Solitudine di Fognini

Categorie: Tennis
Abbiamo maledetto Fabio Fognini per la cifra inimmaginabile persa scommettendo su di lui contro Travaglia agli U.S. Open in una partita più brutta di certi vecchi Bottazzi-Cancellotti, abbiamo trovato giuste multa, squalifica, espulsione dal torneo e probabile futura punizione (forse la partecipazione a uno Slam), ma dopo averlo visto su Sky Sport non riusciamo a volergli davvero male. Intervistato da Lia Capizzi, il numero uno del tennis italiano ha chiesto scusa a tutti, ha accettato ogni critica, si è autoflagellato. Giusto e ben consigliato così, al di là della sincerità del pentimento e della evidente scarsezza della giudice Engzell, che su un campo senza 'falco' come quello in cui si è giocato Fognini-Travaglia è stata amplificata. La vera sfortuna di Fognini non è stata quella di insultare nel 2017, perché tutti i suoi colleghi sanno che oggi qualsiasi sospiro viene registrato e non può esistere l'impunità alla McEnroe-Nastase (per loro 'bocchinara' era l'entry level, si fa per dire visto che i loro arbitri erano di sesso maschile), ma che la sua vittima fosse una giudice donna e quindi con lui automaticamente nei panni del mostro. Ma cosa volevamo dire? Ah sì, che mai si è visto un calciatore trattato come Fognini, per cose anche peggiori riuscite dalla bocca o per gesti quasi criminali, né tanto meno un calciatore chiedere pubblicamente scusa come ha fatto lui, accettando un'intervista vera, con domande dirette, e non il solito microfono compiacente del genere 'Grande giocatore ma soprattutto grande uomo'. Chi non ha una squadra e quindi dei tifosi a prescindere è sempre più indifeso, su di lui è sempre più facile fare un esercizio moralistico. Speriamo solo che non si scambi la volgarità, anche quella recidiva, con il sessismo o peggio. Ma non sarà ovviamente così.