Settimana santa senza gli dei

Il trofeo continentale più prestigioso, per le merengues della sezione baloncesto, manca da un ventennio esatto. Nel 5 quel titolo chiuse un'epoca: a Saragozza, il Principe Sabonis cancellò l'onta (lui, il Più Grande di Sempre europeo?) di non aver alzato fin lì la Coppa. Si riscattò del furto con scasso subito nove anni prima, a Budapest, contro il Cibona, quando lo Zalgiris fu derubato da un arbitraggio scandaloso. Era la metà dell'atleta prodigioso del 1986, ma il quoziente intellettivo e le mani bastarono per scortare la Banda Obradovic - Arlauckas, Antunez, Martin, Biriukov... - alla terra promessa. Giocando un bel basket, spensero le ambizioni di un Olympiakos che, a dispetto delle grandi firme (Eddie Johnson, Volkov, Tarlac, Fassoulas), sciorinava (...) una pallacanestro orripilante; una specie di mantra dei Novanta. Arvidas, quell'estate, cominciò la sua avventura negli States: a Portland, con un decennio di ritardo, le ginocchia scricchiolanti, trentunenne. Ma a vedere i suoi pick and roll con quel fenomeno di Rod Strickland, persino gli americani si resero conto della grandezza - intonsa - del fuoriclasse lituano. Simone Basso, in esclusiva per Indiscreto