Per dieci date di Ligabue

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Quando nel 1985 è crollato il Palasport per neve, Milano ospitava un torneo di tennis internazionale, aveva una buona squadra di pallavolo, una strepitosa squadra di basket, una squadra di hockey su ghiaccio di grandi ambizioni (il Saima, erede morale dell'Hockey Club) che stava iniziando la sua scalata, la boxeera ancora uno sport e si faceva finta che i ciclisti pedalassero davvero da soli. Da allora, l’illuminata classe dirigente di questa città ha lasciato che tutto questo si sciogliesse come si è sciolta quella neve. una sola cosa sono stati capaci di ripetere. mentre il mondo e lo sport cambiavano e Milano scompariva da ogni campionato che non fosse quello di calcio. Per vent’anni. ripeterselo come il mantra di quattro vecchi rimbambiti al bar che dicono le cose senza più ascoltarsi. Milano ha bisogno di un palazzo per lo sport. Ed adesso finalmente presentano il nuovo Vigorelli. Sarà polifunzionale, costerà un sacco di soldi ed ospiterà la pallavolo [nemmeno ci giocano più a scuola, almeno a Milano], la boxe [sport talmente sputtanato che pure la mafia di Las Vegas l'ha abbandonato], il ciclismo su pista [in effetti in Belgio è ancora molto popolare] e l’hockey su ghiaccio [Milano non c'è più ed il campionato fa ridere]. Posto che un palazzo dello sport è sempre meglio averlo che non averlo [certo, va ancora trovato un pazzo che scucia quaranta milionidieuro], collateralmente, qualcuno ha ipotizzato, pensato, perlomeno vaneggiato di un qualche straccio di piano di rilancio dello sport milanese? A parte costruire palazzi e “suite, box a vetri che si affacciano sui campi da gioco“? Ebbene no. Italia Novanta non ha insegnato nulla. Costruiamo. Poi si vedrà. Mal che vada, se resta sempre vuoto, ci si possono sempre ospitare dieci date di Ligabue e quaranta di Vasco Rossi. Come al Forum, no?
Cristiano Valli
(per gentile concessione dell'autore, fonte: Cose Rosse)