Poi c'era anche la musica con la nostra canzone preferita che si intitolava Frontiera, che non smettevamo mai di ascoltare in un loop continuo e avevamo inserito in quelle compilation personali fatte con le musicassette che i ragazzi ‘mp3’ di oggi si sognano. Bel periodo, quello dell'adolescenza in cui si scoprono tante cose e si definiscono i propri gusti, i più istintivi e radicati. E quelli di Paola Turci dal punto di vista musicale toccavano mondi che condividevamo (ad esempio Alice) anche se lei (lo scopriamo solo adesso) aveva una idiosincrasia per le canzoni d'amore, considerate alla stegua di giornali di pettegolezzi. A noi invece piacevano, inguaribili romantici nonché - ieri come oggi - sostenitori del pop italiano d'epoca, anche se poi una delle sue più belle si intitola Ti amerò lo stesso (ripresa in modo quanto mai azzeccato nel titolo del libro).
Una posizione che le fa addirittura rifiutare un brano perfetto come Almeno tu nell'universo, poi assegnato a Mia Martini con il magnifico esito che tutti sappiamo. L'anno è il 1989, quello di Bambini, un titolo (e un mondo) che Paola più avanti vivrà intensamente, che la consacra al successo dopo essere stata per lungo tempo solo premiata dalla critica. A scorrere le pagine che raccontano quel periodo, i suoi ricordi pubblici sono anche nostri ricordi, quelli privati invece sorprendenti per chi non voleva essere solo una bella voce che canta canzoni d'amore.
La 'piccola Paola' poi sceglie l'indipendenza e un percorso che la porta sia in termini di immagine che artistici a una evoluzione personale - diventando anche co-autrice dei suoi brani -, si rifiuta di posare per Playboy e vive un rapporto travagliato con Paolo Canè, curiosamente, nostro idolo tennistico dell'epoca. Fino a una canzone, Stato di calma apparente, che come una sorta di presagio precede di pochi mesi l'episodio destinato a segnarne i connotati fisici e dell’anima, con risvolti inaspettati.
Da questo punto di vista i capitoli che raccontano l'incidente d'auto dell'agosto del 3, quei cento punti di sutura e tutto ciò che ne consegue, ci hanno coinvolto in modo profondo su un lungo percorso dove la musica fa da colonna sonora della sua ricerca più intima e la scoperta della bellezza interiore, di un infinito che Paola Turci non ha paura di raccontare. Un travaglio tra nuove canzoni, l'amicizia con Carmen Consoli che la porterà finalmente a 'Salutare l'inverno' per raggiungere una nuova primavera, fino a un evento che da adolescente non avrebbe mai immaginato, tanto più se accaduto ad Haiti in un luogo definito tra disperazione e coraggio, speranza e amore immenso. Episodio che non sarà però quello definitivo, ma il preludio per una nuova svolta, ancora più consapevole e matura. Per volare così, alla scoperta della vita, e amarsi lo stesso, e nonostante...
Paolo Morati, in esclusiva per Indiscreto