Nemmeno Ibra è più quello di una volta
Abbiamo trovato molto interessanti le recenti dichiarazioni di
Zlatan Ibrahimovic, in parte smussate dal più diplomatico
Mino Raiola. “il Milan non ha soldi da spendere per fare una grande squadra”, ha detto più o meno Ibra. E subito si è pensato alla solita strategia del mal di pancia, magari con l'amato
Mourinho e il meno amato
Mancini pronti ad accoglierlo a braccia aperte. Voci di mercato tutte da verificare, assurdo spacciarle come certezze. Il problema secondo noi è diverso rispetto al passato, perché diverso è l'Ibra di quest'anno. Pur sempre fortissimo, pur sempre avanti rispetto al gruppo, ma meno decisivo anche solo rispetto ad una stagione fa. Proprio come impatto sulle partite e capacità di trascinare i compagni. Al di là delle statistichecomunque clamorose, Ibra ha cominciato la sua fase discendente: a 31 anni è sempre il migliore della serie A, ma non riesce più a vincere i campionati da solo o da trascinatore. E dire che il Milan aveva in realtà una squadra sontuosa, di gran lunga superiore alla Juventus. Una squadra piena di qualità, pur considerando i problemi non da poco avuti durante l’anno da Cassano e da Pato. Oltre al gol non dato a Muntari nella sfida scudetto quello che è successo è che i talenti del Milan, ma anche
Allegri (non
Galliani, che infatti aveva preso Tevez prima che ordini superiori lo stoppassero: anche Berlusconi riteneva che per lo scudetto bastesse Ibra), hanno pensato che anche questa volta ci avrebbe pensato Zlatan. Solo che Zlatan questa volta non ci ha pensato. Risultato: lo scudetto perso sul filo di lana. Con Ibrahimovic che, più che chiedere rinforzi, ammette di non essere più quello di una volta. Se non parte, al Milan basteranno poche mosse (
Montolivo è già una di queste) per essere da scudetto facile. Se parte, ma visto l'ingaggio potrebbe andare solo in tre o quattro posti, il diluvio e un Milan ancora più in mano a
Barbara Berlusconi. Libeccio, 28 maggio 2012