Milan, Mister Bee e l’incartamento di Berlusconi

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Dopo avere scroccato qualche pranzo milanese e una minivacanza a Villa Certosa, Mister Bee (al secolo Bee Taechaubol) è annunciato in tribuna d’onore per il derby di domenica 13, seduto fra Berlusconi, Thohir e Moratti: è dura stabilire chi fra i quattro stia recitando meglio la parte nelle rispettive commedie, ma paradossalmente il più ‘vero’ è proprio il thailandese, cioè l’unico che dichiaratamente non ci mette soldi suoi ma fa soltanto da schermo a quelli degli altri. Sul merito della trattativa il Guerino ha scritto più volte, dalla valutazione strampalata all’assurdità di pagare per fare il socio di minoranza di un’azienda strutturalmente in perdita: poco da aggiungere, in attesa del mitico closing, che comunque rispetto a fine agosto e fine settembre è ancora slittato (fonti vicine a Berlusconi riferiscono di metà ottobre come data credibile, posto che sia credibile tutto il resto). Rimaniamo invece esterrefatti alla vista di una Lega che nemmeno si pone il problema che i futuri padroni (il 48% sarebbe soltanto il primo stadio dell’operazione) del Milan non abbiano un nome ma soltanto la faccia di un mediatore e le garanzie di due banche, per quanto ricche e prestigiose. Del resto è la stessa Lega che mai ha mosso un dito contro il malcostume delle società fiduciarie in cima alla catena di controllo di alcuni club: conoscendo certe proprietà incrociate magari si potrebbe scrivere una storia del calcio italiano abbastanza interessante. Continua sul Guerin Sportivo