Mihajlovic e Salvini-Arkan

Sìnisa Mihajlovic voterebbe per Lucia Borgonzoni, quindi per la Lega di Salvini, se fosse italiano ed emiliano. L’intervista dell’allenatore del Bologna al Resto del Carlino è clamorosa. In per i concetti che esprime, ma perché raramente un personaggio sportivo italiano si era espresso così nettamente in favore della destra. E gli effetti mediatici saranno divertenti: la coraggiosa battaglia contro la leucemia fa dimenticare l’amicizia per Arkan, ma non il voto per Salvini.



Che è discutibile come quello per Bonaccini-Zingaretti, ma Che anche nell’Italia del 2020 rimane una preferenza politica ‘maledetta’, di quelle che in un contesto sociale e professionale medio-alto non si può ancora oggi dichiarare. Di qui il fascino anti sistema che è vero programma politico della Lega è che i 5 Stelle hanno perso da quando sono diventati la stampella del PD, invidiosa della novità delle Sardine ma anche ben decisa a non mollare lo stipendio statale.

Stiamo parlando di fenomeni che non sono soltanto italiani, visto che non vengono in mente molti vip di sport e spettacolo che abbiano dichiarato il voto per Trump: Tom Brady adotta il basso profilo, Kanye West quasi si deve scusare ad ogni conferenza stampa, Clint Eastwood viene rispettato giusto per l’età. Le gramsciane ‘casematte dello Stato’ occupate a tempo debito, non solo da noi, non sono una citazione per far vedere che si legge almeno la Settimana Enigmistica ma una solida realtà. E in tre anni un magistrato di qua e un secessionista nordista di là possono inventarsi sempre qualcosa, con o senza Mihajlovic.