Lo strano mondo di Bernd

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Anche quest’anno, come lo scorso, abbiamo voluto essere presenti a Pontremoli per la consegna del premio Bancarella Sport. Per la seconda volta però, la delusione è stata tanta. Quello che ci sorprende maggiormente è l’assoluto disinteresse che mostra questo splendido paesino della Cisa nei confronti di questo Premio. Capiamo che nel giro di poco tempo a Pontremoli venga assegnato il Bancarella tradizionale, quello sportivo e ai primi di ottobre il Bancarella Cucina, ma la gente del posto sembra infastidita dalla presenza dei giornalisti e dalle persone venute da fuori per assistere alla consegna del Premio. Al disinteresse dei pontremolesi ( difficile trovare nei giorni del Bancarella i libri degli stessi finalisti), dobbiamo aggiungere la solita disorganizzazione degli addetti ai lavori. A una settimana dall’assegnazione del premio sul sito ufficiale non era ancora presente il programma della due giorni pontremolese. E ancora, la manifestazione d’inizio del sabato programmata per le 17 è stata annullata per motivi a noi ignoti.
Alla fine il premio è andato a Luigi Garlando- non abbiamo letto il suo libro “Ora sei una stella”, ma ci dicono sia molto bello- precedendo l’amico Bolognini con la sua “Squadra spezzata”, il nostro personale favorito è l’inglese John Foot, con il suo bel libro “Calcio 1898-2007”. Grande sorpresa per il secondo posto conquistato dall’americano Ed Viesturs( l’unico premiato non presente alla manifestazione) con un libro sull’alpinismo “In vetta senza scorciatoie”, edito in Italia dalla Corbaccio. Unica cosa da salvare nella giornata pontremolese, l’incontro con gli autori e il ristorante dove abbiamo cenato dopo la consegna del premio.
Tornando ad argomenti più calcistici, segnaliamo un articolo presente su “When Saturday Comes” di ottobre, dove viene tracciato un profilo dell’allenatore tedesco della Bielorussia, Bernd Stange. Strano personaggio questo Bernd, con una storia abbastanza oscura alle spalle e un presente altrettanto curioso. Stange iniziò la sua carriera da allenatore nel 1970, alla guida del Carl Zeiss Jena, militante nell’allora campionato della DDR. Nel 1983 assunse la carica di commissario tecnico della nazionale della Germania Est, ma nel frattempo era già stato reclutato dalla Stasi come informatore con il nome segreto di “Kurt Wegner”. Il suo compito era ovviamente quello di spiare i giocatori che allenava e nel frattempo fornire informazioni sulle preferenze politiche dei convocati in Nazionale. Questa brutta storia venne alla luce ovviamente solo dopo la caduta del Muro di Berlino, così che Stange perse il posto di allenatore dell’Hertha Berlino. Iniziò così un lungo peregrinare che lo portò ad allenare in Russia, in Australia e in Oman, prima di approdare nell’ottobre del 2002 alla corte di un altro dittatore, Saddam Hussein. Bernd lasciò l’Iraq poco prima dell’invasione statunitense, per poi farci ritorno quattro mesi dopo, giusto in tempo per ricevere un premio dal Presidente della Fifa Blatter, che celebrava l’allenatore tedesco per i suoi grandi meriti nella ricostruzione del calcio iracheno. Stange è stato anche il selezionatore che ha portato l’Iraq a un quarto posto alle Olimpiadi del 2004- sconfitta nella finalina per mano dell’Italia- e al trionfo nella Coppa d’Asia del 2007. Nel luglio del 2007, il nostro ha pensato bene di iniziare una nuova carriera di selezionatore in quella che ad oggi viene considerata l’ultima vera dittatura sul suolo europeo, la Bielorussia di Alexander Lukashenko.
Anche a Minsk comunque, Stange è riuscito ad ottenere buoni risultati sul campo, con la Bielorussia capace di battere negli scorsi mesi l’Olanda e di pareggiare per due a due con i futiri vicecampioni d’Europa della Germania. Vedremo ora quanto resisterà in quello che lui stesso definisce un Paese ultrasicuro “ dove le donne possono camminare tranquillamente nei parchi anche di notte”. Zimbabwe e Corea del Nord comunque, potrebbero farsi avanti presto per offrirgli una panchina.
Complimenti a Luigi Guelpa per l’articolo apparso sul Guerin Sportivo di questa settimana, riguardante Luis Ricardo Guevara Mora, portiere dell’El Salvador durante i Mondiali del 1982 in Spagna. L’estremo difensore divenne famoso per aver subito 10 gol contro l’Ungheria in quella manifestazione e per essere anche un “protetto” dell’allora dittatore salvadoregno D’Aubuisson.
Mora comunque proseguì la sua carriera internazionale fino al 2 e stranamente perse poi il posto proprio in contemporanea con la caduta del dittatore centramericano formato in una università americana della Georgia. Oggi Guevara Mora si guadagna da vivere piazzando trappole per topi e continua a sognare quei giorni lontani nei quali ha avuto la possibilità di giocarsi addirittura un Mondiale.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com