Legittima difesa: libertà di sparare a casa propria?

La legittima difesa comprenderà in Italia molti più casi rispetto alla situazione presente, anche prendendo in considerazione soltanto la formulazione soft del PD appena approvata alla Camera: potrebbe non essere punito, ferma restando la proporzione fra offesa e difesa, chi reagisce anche sparando a casa sua e di notte, a un assalto o a una minaccia a sé e alla propria famiglia. La Lega voleva una legittima difesa senza distinguo, riferendosi a qualsiasi reazione a casa propria, e anche Forza Italia con altri argomenti ha ritenuto blanda la proposta del PD e di AP, mentre senza una posizione chiara appaiono i Cinquestelle (ma più tendenti verso il PD). Contrari, con argomentazioni anti difesa privata, SI e MDP (dovremmo rifare il sondaggio sul fascistoide Muro delle Elezioni, con le nuove sigle). Al di là del dettaglio della legge e della casistica la questione politico-ideologica ed il nostro 'Di qua o di là' sono chiari come in poche altre occasioni: la reazione privata si può sostituire all'intervento della forza pubblica? È ovvio che stiamo discutendo di cosa accade o può accadere fra questi due poli estremi, con mille situazioni di confine, ma i punti di partenza sono totalmente diversi. L'impostazione culturale americana, secondo cui la casa e in generale la proprietà privata sono un piccolo stato che il titolare deve difendere, oppure quella europea secondo cui il cosiddetto, dagli scienziati politici, 'monopolio della violenza' è sempre dello Stato? Entrambe le impostazioni hanno evidenti pro e contro. Da una parte qualunque cretino, anche non delinquente, che rischia di giocare con le armi e dall'altra Caino che viene più tutelato, anche giuridicamente, di Abele. La scelta è quindi politica e qui le nostre opinioni sono per forza di cose più nette: libertà totale di difendersi a casa propria o no?



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