La Davis di Panatta e Canè

Comincia oggi a Praga presso la O2 Arena la centesima finale di Coppa Davis, tra Repubblica Ceca e Spagna, quest’ultima orfana di Rafa Nadal. L'appuntamento - aperto da Radek Stepanek e David Ferrer - ci rimanda indietro a quando l’insalatiera era per noi qualcosa di televisivamente irrinunciabile, a cominciare dalla finale persa dall’Italia nel 1980 proprio in quel di Praga. Giocata nella Tesla Arena contro l’allora Cecoslovacchia, vide Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci (più Gianni Ocleppo) cedere tra le polemiche alla squadra composta da Ivan Lendl e Tomáš Šmíd. Polemiche che poi si sarebbero riproposte anche in altre occasioni, compresa la semifinale del 6 persa contro la Francia a Nantes, quando su un over rule errato, poi decisivo, il visibilmente alterato Adriano Panatta, capitano non giocatore, afferrò il seggiolone dell’arbitro australiano Wayne McEwen scuotendolo. Dopo un’altra semifinale persa nel 7 contro la Svezia, l’Italia (stavolta guidata da Bertolucci) si rifece nel 8 arrivando a sfidare gli scandinavi in finale a Milano. Ma un grave infortunio in corsa di Andrea Gaudenzi tolse fin dal primo giorno le speranze di un possibile trionfo. Del resto la Coppa Davis è (era?) anche questo, con le sorti degli incontri talvolta nelle mani dei giudici di linea (di casa) altre in quelle della resistenza (fisica e psichica) degli atleti, complice un’atmosfera sugli spalti capace di tirare fuori il meglio o mettere una pressione insopportabile sulle loro spalle. Atmosfera ben percepibile anche davanti allo schermo, con un ultimo ricordo che corre indietro a una sfida conclusasi eccezionalmente di lunedì. Era il 5 febbraio 0 e tornammo di corsa a casa da scuola per assistere alla continuazione della partita tra Paolo Canè e Mats Wilander. Tra turborovescio, palle profonde e tocchi sopraffini, il tennista bolognese, supportato ancora una volta dal paziente Panatta, vinse. La Svezia si arrese dunque all’Italia (in squadra a Cagliari c’erano anche Omar Camporese e Diego Nargiso) per 3-2, il tutto sottolineato dalla epica telecronaca di Giampiero Galeazzi. Era solo il primo turno ma sembrava la finale... potere della Davis.