Il disco di Naj-Oleari
Bronski Beat, Blow Monkeys, Topper Headon, Level 42, Dizzy Heights, Spyder D, Sandy Marton, Righeira, El DeBarge, Chris Rea, Mel & Kim, Club Nouveau, Morgan-McVey, Breakfast Club, Jill Jones, Giorgio Allentini, Curiosity Killed the Cat, Mandy Smith. Terence Trent D’Arby, LL Cool J, Eight Wonder, Vanessa Paradis, Rick Astley, Tony Terry, Cookie Crew, Marrs, Bros, Guesch Patti. Dove erano finiti? Sì, lo sapevo dove erano finiti, ad ognuno di loro avevo dedicato almeno mezz’ora di ricerche web. Con un cliente di Vimercate qualche mese prima avevamo discusso tutta una serata sulla fine fatta dai
Manhattan Project, gruppo famoso soprattutto per avere ricoperto il suo disco mix
That’s Impossible con la stoffa Naj-Oleari. Italodisco purissima, opera che nella mia collezione non mancava. Grazie a qualche forum per fanatici ero riuscito un po’ a ricostruire la carriera degli autori, Maggese e Maiocchi, oltre che a scovare i nomi dei vocalist. Nulla di più, però il monolocale
carinissimo e di facile gestione anche a distanza ero riuscito a venderlo lo stesso. Non esiste una musica paninara, nel senso che tutta la musica da discoteca di quegli anni e in particolare la Italodisco può essere considerata paninara. Le discoteche, poi, sono quasi tutte scomparse. Avevo letto che il Le Cinema era diventato una sala bingo, poi chiusa perché il bingo era troppo triste anche per gli standard di quella zona. A Milano andavano inoltre il Central Park, il Merry Go-Round, per i più grandi il Nephenta (ma il paninaro maggiorenne non era già più un vero paninaro), il Linea Club, l’Ipotesi, Il Charlie Marx, lo Zeus. Unico ancora esistente, mentre facevo queste riflessioni, lo Shocking Club attaccato al teatro Smeraldo. I paninari sono stati la prima cultura giovanile italiana ad avere la televisione come ispiratrice dei propri gusti musicali, pur guardandola molto poco. Non Mtv, che all’inizio degli anni Ottanta da noi non c’era, ma Videomusic e soprattutto Deejay Television su Italia Uno. Una trasmissione nata nel 1983 con il marchio della radio fondata da
Claudio Cecchetto l’anno prima, che ebbe varie collocazioni e trovò il successo nel primo pomeriggio. Appena tornati da scuola ci si abbeverava alla fonte dello stesso Cecchetto, di
Kay Rush e soprattutto di
Gerry Scotti. Musica italiana zero, americana poca, inglese tanta: memorabile
Video Sing a Song, in pratica un antenato del karaoke. Il cuore del liceale paninaro batteva anche per Deejay intesa come radio, la cui sede era ed è rimasta in via Massena, non lontano da Leone XIII e Marcelline, con tutti i suoi personaggi:
Linus, Albertino, Maurizio Desinan, Ronnie Hanson, Marco Biondi, Mila, Tony Severo, David Lee Stone, Amadeus. E qualche anno dopo
Jovanotti, anche se ero diventato troppo vecchio per il cappellino con la scritta
Boy. Se Videomusic proponeva musica di vario tipo, Deejay aveva la capacità di creare i personaggi graditi ai paninari:
Nick Kamen, Kim Wilde, Samantha Fox, Wendy & Lisa, Debbie Gibson. Poi c’erano i gruppi noti in tutto il mondo, patrimonio non solo dei paninari: dagli
Wham ai
Pet Shop Boys, anche se le due vere tifoserie erano quelle pro
Duran Duran e
Spandau Ballet.
(estratto del quarto capitolo del libro ‘L’importanza dei paninari’, Indiscreto 2013) L’IMPORTANZA DEI PANINARI – Milano, anni Ottanta, di Stefano Olivari. In vendita a 12 euro su Amazon e in libreria. A 5,99 euro nella versione eBook per Amazon Kindle e tutti gli altri eReader, a partire dal Kobo di Mondadori. Disponibile anche per iPad, iPod Touch e iPhone. RECENSIONI - Del libro hanno scritto
Tommaso Labranca su
Libero del 13 giugno,
Paolo Bartezzaghi su
La Gazzetta dello Sport del 22 giugno,
il Giornale del 13 luglio e
Antonio Bozzo sul
Corriere della Sera del 29 settembre 2013. L’opera è stata recensita anche dal critico letterario
Pietro Cheli nella sua rubrica
Il Criticone. Articoli su
L’importanza dei paninari sono apparsi anche sulla rivista culturale
Ossobook, sul sito
Ottanta e dintorni e su molti blog, fra cui quello di
Franco Rossi. Uno speciale di mezz’ora è stato dedicato al libro dalla
radio australiana SBS.
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