Il calcio nell’era del quasi

Anche il calcio sta vivendo l'era del quasi, in cui gli annunci sono più importanti dell'effettivo verificarsi di quanto annunciato. Il vaccino anti-Covid è quasi pronto, Trump ha quasi vinto, quel tal film è quasi in uscita, la cassa integrazione di aprile è quasi arrivata. Quanto al calcio, pur leggendo mille cose, anzi forse proprio per questo, fatichiamo a distinguere ciò che viene annunciato da ciò che è accaduto. Un buon esempio è la vicenda di Juventus-Napoli, con protagonista l'immancabile ASL.



Un giorno l'ASL di Napoli ha detto alla squadra di Gattuso di non partire, anzi no glielo ha solo consigliato. Altra versione accreditata: quasi quasi è meglio che non partiate per Torino. Ma due giorni prima della partita il club di De Laurentiis aveva già disdetto l'aereo o lo aveva quasi fatto? Probabile che al termine dei tre gradi di giudizio sportivi e di quelli extrasportivi si arrivi ad una quasi pena per il Napoli, con disputa poi di un quasi Juventus-Napoli.

A proposito di Juventus, la vicenda emblematica del quasi nel calcio 2020 è stata quella dell'acquisto di Suarez. È quasi fatta, abbiamo letto per tutta l'estate. A giorni alterni era proprio fatta. Suarez in fondo ha quasi il passaporto italiano e ha quasi sostenuto un esame di conoscenza della lingua che insieme ad altri requisiti gli consentirebbe di prendere la cittadinanza. Che è rimasta una quasi cittadinanza, mentre quelli di Perugia si sono dimostrati quasi professori di una quasi università.



E i tamponi della Lazio del dottor Pulcini? In Europa positivi, nel laboratorio di Avellino negativi. Poi scoppiata la bufera di nuovo positivi, o debolmente positivi, diremmo quasi positivi. Quanto all'Inter, chi si ricorda dello storico vertice di Villa Bellini? Era quasi scoppiata la pace fra Conte e la società, si scrisse, la fiducia reciproca era quasi totale. Appunto, quasi. E il Milan, da scudetto fino a due partite fa? Quasi da scudetto, adesso.

L'abbiamo fatta un po' lunga, perdonate lo scherzo visto che non fa nemmeno ridere. Ma questa politica del quasi, che nel giornalismo è utile ad evitare querele e in sostanza a scrivere tutto ciò che ci passa per la testa ("Manca solo firma, è quasi fatta"), la troviamo italianissima nel bene e nel male. Perché c'è anche un bene, in un un posto dove tutto è interpretabile, anche se non sempre riusciamo ad individuarlo.