I children di Robert Miles

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Perché oggi non abbiamo più la musica di allora? Questo commento non lo abbiamo trovato sotto a un video di qualche mito degli annii '70 o '80 bensì di Robert Miles, alias Roberto Concina. La canzone in questione - per chi se la fosse dimenticata - è Children (5), un successo mondiale - UK e USA compresi - per il DJ italo svizzero, a rappresentare quello che fu a nostro parere un intelligente tentativo di introdurre qualcosa di nuovo e attuale senza buttare via la lezione del passato. Nata con l'intento di calmare i partecipanti alle serate in discoteca prima del rientro, Children si si diffuse a macchia d'olio proponendo di fatto una musica elettronica dove era ancora possibile sposare la melodia con il ritmo martellante e ossessivo tipico degli anni '90 e identificata poi con il termine di dream house. Il tutto, in questo caso, accompagnato a un video che nella sua versione più nota vedeva una bambina bionda osservare il mondo in bianco e nero che le passava davanti attraverso il finestrino dell'auto. A quei tempi non stavamo in Italia e ricordiamo che quando spiegavamo che l'autore dell'album Dreamland era un italiano venivamo guardati con sufficienza o stupore: possibile che tale produzione non fosse uscita dal circuito anglosassone? Una sensazione piuttosto fastidiosa per noi e una formula azzeccata quella di Children e delle altre tracce contenute nel disco, tra minimalismo e ispirazione, a cominciare da Fable. Grande successo anche per One and One, uscita nel 6, mentre con il singolo Freedom del 7 ci fu una virata più verso il pop, pur mantenendo il caratteristico uso del piano. Robert Miles ha poi mantenuto un gusto per la sperimentazione in singoli come Full moon o Everyday life, cambiando completamente prospettive con Paths e proseguendo la sua ricerca fino al più recente album Th1rt3en uscito lo scorso anno.