Furbizia Kidd

La multa quasi istantanea che la NBA ha comminato a Jason Kidd per quella che è stata, secondo i nostri canoni, poco più di una furbata ci ha fatto pensare subito ai risolini complici degli addetti ai lavori (a volte anche degli avversari presi in giro) quando in Italia un allenatore squalificato viene visto in tribuna telefonare o mandare pizzini al suo vice in panchina. E 50mila dollari non sono pochi, nemmeno per uno che nella carriera da giocatore di dollari ne ha guadagnati decine di milioni. In pratica l'allenatore degli stradeludenti Brooklyn Nets, male assortito gruppo di gregari sopravvalutati e vecchie glorie, nel finale della partita casalinga contro i Lakers ha avuto la bella pensata di raffreddare il tiratore di liberi avversari, Jodie Meeks, non chiamando un time out (li aveva esauriti) ma facendosi urtare da un suo giocatore (Tyshawn Taylor), rovesciando un bicchiere di soda sul parquet e costringendo così gli arbitri a chiamare l'interruzione per far ripulire il tutto. Dopo il parapiglia Meeks con freddezza ha messo il secondo tiro libero, portando la squadra di D'Antoni sopra di tre, poi Paul Pierce non è riuscito a portare la partita ai supplementari e i sorprendenti Lakers di questo inizio di stagione l'hanno sfangata. Come al cineforum è seguito dibattito, con tutti d'accordo sul concetto di scorrettezza. Infatti la linea difensiva di Kidd non è stata il 'Così fan tutti', ma quella di non aver mai pronunciato lo 'Hit me' che sembrerebbe dal labiale. Rimane la solita moralina: i furbi esistono ovunque, ad essere diversa è la percezione sociale della furbizia. Non è un buon motivo per rinunciare ad essere italiani (anche perché, piccolo particolare, lo siamo e lo saremo per sempre), ma è un ottimo motivo per vergognarci di cose che abbiamo pensato o scritto.