Eurovision 2014, si scende in campo
Si apre la settimana dello
Eurovision Song Contest, la cui prima semifinale dopo le prove dei giorni scorsi si tiene domani sera a Copenaghen (diretta su RAI4, così come la seconda semifinale di giovedì), nella tradizionale atmosfera di festa che i paesi nordici riservano alla manifestazione canora europea. Come ogni anno anche Indiscreto se ne occupa, e come ogni anno non mancano gli spunti interessanti. Citata almeno qui da noi soprattutto per certi personaggi folcloristici e un’aurea kitsch che fa tanto pailettes, in realtà l’ESC (come viene abbreviato) o
Eurofestival (denominazione amichevole italiana, quando in realtà il nome ufficiale sarebbe Gran Premio Eurovisione della Canzone) riserva sempre qualche sorpresa. Per l’Italia (come già annunciato ampiamente qualche mese fa) ci sarà in gara
Emma con
La mia città, sul cui video in rete si è scatenata una guerra di fazioni e che attualmente non viene data tra le favorite. La cosa curiosa è che mentre il pubblico straniero sembra in generale apprezzare o almeno discutere in modo pacato, sono gli italiani a scatenarsi in schermaglie di tipo calcistico. A differenza delle ultime tre edizioni dove i nostri rappresentanti venivamo messi nella TOP 10 dei papabili, per ora le principali agenzie di betting la relegano comunque nelle retrovie e bisognerà aspettare l'esito delle ultime prove ufficiali per poter assistere a un possibile cambiamento di direzione. Ma veniamo agli altri partecipanti. Favorita per ora l’Armenia con una ballad un po’ monotona (
Not Alone) cantata da
Aram, insieme alla Svezia che punta anche lei sulla formula ‘lento’ (
Undo) e sulla più classica delle svedesi,
Sanna Nielsen, e al rappresentante di casa, il danese di origine marocchina
Basim con la non memorabile
Cliche Love Song. In ordine sparso e non esaustivo le altre scelte dei diversi Paesi - fatte o internamente o tramite una selezione nazionale - vanno dal corpulento belga
Axel Hirsoux, che con la sua
Mother cercherà di commuovere giurie e televoto, alle gemelle russe
Tolmachevy Sisters, la cui
Shine è quanto di più standard ci sia a livello mainstream. Tra le canzoni che sentiremmo con il nostro player preferito citiamo invece quella olandese, del duo
The Common Linnets (formato dalla nota Ilse DeLange e Waylon) con un buon brano di un genere a cavallo tra folk e country (
Calm After The Storm), i finlandesi
Softengine (
Something Better), i georgiani
The Shin con la vocalist Mariko (
Three Minutes to Earth) e lo svizzero
Sebalter (
Hunter Of Stars). Personaggi immagine di questa edizione invece l’austriaca(o)
Conchita Wurst (
Rise like a Phoneix) e i francesi
Twin Twin (
Moustache). Qualche possibilità in più rispetto agli ultimi anni potrebbe averla il Regno Unito rappresentato da
Molly (
Children of the Universe), mentre San Marino gioca per la terza volta consecutiva la carta
Valentina Monetta (
Maybe) per entrare finalmente in finale. Alla fine, la riflessione che si può fare è che a parte qualche eccezione ormai le canzoni che circolano all’Eurovision Song Contest (e non solo) sembrano tutte uscite dallo stesso stampino. Specchio dei tempi e dell’omologazione contemporanea. In attesa di sapere se a Copenaghen ci sarà tra gli ospiti anche
Gigliola Cinquetti (50 anni fa trionfò con
Non ho l’età), l’appuntamento per la finale (Emma già qualificata di diritto) è sabato sera in diretta su Rai2 dalle 21 con commento di
Linus e
Nicola Savino.