Conte a fine stagione

Categorie: Calcio
Se a proposito del rinvio a giudizio di Conte, il titolo del Corriere della Sera, a pagina 39, è questo: “Di Martino manda a processo Conte: “L’allenatore deve impedire l’illecito”, allora significa che per il calcio italiano - e per i media che se ne occupano - non c’è più speranza. Se diventa una notizia, alla stregua di un fatto nuovo o di una rivelazione, quella di un procuratore del penale (Di Martino, Cremona) che ricorda ai colleghi della giustizia sportiva in primis e al mondo del calcio in generale (tesserati, appassionati, giornalisti) il dovere-obbligo di un allenatore di impedire che le partite vengano truccate, per il potere che gli conferisce il ruolo che riveste (come ad esempio non far giocare i giocatori che si sono venduti, tanto per cominciare), allora vuol dire che la soglia dell’indecenza è stata oltrepassata: e tornare indietro, tornare a dare un significato a termini come etica e moralità, sarà maledettamente complicato. Difeso a spada tratta prima dall’Italia juventina, ora dall’apparato federale, a un anno dagli Europei di Francia abbiamo un commissario tecnico, Antonio Conte, rinviato a giudizio per frode sportiva per avere dato la sua benedizione (cioè non avere fatto niente per impedire il tarocco), ai tempi del Siena, perché i suoi giocatori perdessero la partita con l’Albinoleffe. Fatto considerato assodato già ai tempi della squalifica di 10 mesi (poi ridotti a 4 dalla scandaloso Tnas) inflittagli dalla Disciplinare per “omessa denuncia”; una derubricazione ridicola, perché di illecito si trattava, tant’è vero che la Procura di Cremona contesta oggi a Conte la frode sportiva. Ancora una volta, stiamo per andare incontro ad una figuraccia mondiale con un ct che durante gli Europei dovrà dividersi tra le panchine della nazionale in terra di Francia e le aule del tribunale di Cremona per rispondere dell’accusa più infamante: quella di aver truccato partite. Per chi avesse voglia di rendersi conto della portata della vergogna (doppia: la squalifica di Conte per omessa denuncia e non per illecito in primo luogo e la Federazione che da un lato chiede un inasprimento delle squalifiche per i truffatori e dall’altro difende lo sputtanatissimo Conte – vedi i 30 giocatori del Bari squalificati per partite vendute quando in panchina c’era lui - contro ogni evidenza, in secondo luogo), leggere gli stralci delle motivazioni con cui la Disciplinare sanzionò i responsabili dell’illecito Albinoleffe-Bari 1-0, la partita per cui Conte sarà chiamato a rispondere del suo comportamento nel processo penale di Cremona, non farà male. Tutto quello che segue è citazione testuale. Senza commenti. “Secondo la prospettazione della Procura federale, la gara ALBINOLEFFE-SIENA del 29.5.2011 sarebbe stata oggetto di un illecito sportivo posto in essere da GARLINI, BOMBARDINI, SALA, PASSONI e POLONI dell’ALBINOLEFFE e STELLINI, CAROBBIO, COPPOLA, VITIELLO e TERZI del SIENA, di cui sarebbero stati a conoscenza sia lo staff tecnico che un dirigente del SIENA, per consentire all’ALBINOLEFFE - che aveva necessità di punti per accedere ai playout - di vincere l’incontro, dal momento che il SIENA - che aveva già ottenuto, alla data di svolgimento di quella gara, la matematica promozione in Serie A - non aveva necessità di classifica. Inoltre, vi sarebbe stata un’intesa parallela - finalizzata a sfruttare, attraverso le scommesse, la suddetta combine - tra CAROBBIO, GERVASONI e CASSANO. (…) Il primo contatto per “combinare” il risultato di questa gara si ebbe addirittura al termine della gara di andata, quando, su indicazione di STELLINI, collaboratore dello staff tecnico del SIENA, CAROBBIO e TERZI avvicinarono, rispettivamente, GARLINI e BOMBARDINI, per pattuire che i punti in palio nella gara di ritorno sarebbero stati “lasciati” a quella, tra le due squadre, che ne avesse avuto necessità per esigenze di classifica. Dopo che per l’intera settimana antecedente alla gara in questione l’opportunità di mantenere o meno fede all’accordo raggiunto ebbe formato oggetto di discussione nello spogliatoio del SIENA, coinvolgendo anche l’allenatore CONTE e la stessa dirigenza della Società, la sera prima della gara si incontrarono, presso l’albergo dove il SIENA si trovava in ritiro, SALA, PASSONI e POLONI dell’ALBINOLEFFE con CAROBBIO, COPPOLA e VITIELLO del SIENA per confermare l’intesa di lasciare la vittoria all’ALBINOLEFFE. L’informazione venne trasferita da CAROBBIO a GERVASONI, il quale, insieme a CASSANO, effettuò una scommessa, di importo rilevante, sull’esito della gara, realizzando una consistente vincita in denaro. Per parte sua, PASSONI “girò” l’informazione circa l’accordo a un soggetto non tesserato, al fine di far effettuare, da parte di quest’ultimo, una scommessa sulla vittoria dell’ALBINOLEFFE, per poi riceverne anche un compenso personale in denaro. Le dichiarazioni rese da CAROBBIO e GERVASONI in merito a questa combine hanno trovato riscontro in quelle rese da altri deferiti. Queste le dichiarazioni che hanno confermato il quadro accusatorio.  CAROBBIO: “Al termine della gara Siena – Albinoleffe dell’8 gennaio 2011, l’allenatore in seconda, Stellini, chiese a me e a Terzi di contattare qualcuno dell’Albinoleffe per prendere accordi sulla partita di ritorno, in modo da lasciare i punti a chi ne avesse avuto maggiormente bisogno. Ne parlai con Garlini, un senatore dell’Albinoleffe e Terzi parlò con Bombardini, entrambi mostrarono la loro disponibilità. Nel tardo pomeriggio, o in serata, del giorno prima della gara Albinoleffe – Siena del 29 maggio 2011, ci fu un ulteriore incontro fuori dal nostro albergo del ritiro al Park Hotel di Stezzano (BG), dove vennero Luigi Sala, Dario Passoni e Mirko Poloni, quest’ultimo collaboratore tecnico dell’Albinoleffe, che si incontrarono con me, Nando Coppola ed un altro calciatore che non ricordo e, in quell’occasione, ci accordammo di concedere i punti all’Albinoleffe che ne aveva bisogno per andare matematicamente ai Play Out, ma chiedemmo di limitare la vittoria ad un solo goal di scarto, possibilmente 1-0, sia per cercare di mantenere la miglior difesa, sia per evitare clamori su risultati troppo eclatanti; preciso che in settimana si parlò molto in società tra calciatori, allenatore e società, dell’accordo raggiunto con l’Albinoleffe, in quanto alcuni avrebbero voluto tentare di vincere, nella speranza di arrivare primi e conseguire il premio “primo posto”, poi alla fine fummo tutti d’accordo, squadra ed allenatore, di lasciare il risultato all’Albinoleffe (…) è evidente che, poiché tutte le componenti tecniche partecipavano a tali discorsi, la società ne fosse al corrente, ricordo, peraltro, nel caso di specie, di averne parlato anche con Daniele Faggiano che è un dirigente, braccio destro di Perinetti”.  POLONI: “Ricordo che alla fine del nostro allenamento (…) alcuni giocatori dell’Albinoleffe mi dissero di seguirli presso il ritiro del Siena che era a circa tre chilometri di distanza. Si trattava dei calciatori Sala, Passoni e Garlini. Siamo arrivati ognuno con la propria auto e ci siamo incontrati nel parcheggio fuori dall’albergo con i calciatori del Siena Carobbio, Terzi e Coppola. Io mi sono limitato ad ascoltare ed ho sentito sia i calciatori del Siena che dell’Albinoleffe che ho citato prima, che si mettevano d’accordo nel senso che si sarebbe concessa la vittoria al’Albinoleffe. SALA: “Per quanto riguarda la gara di ritorno Albinoleffe – Siena del 20 maggio 2011, posso dire che non ricordo chi tra Passoni e Poloni, mi disse di andare insieme a loro al Park Hotel, dove era in ritiro il Siena, perché si volevano salutare con alcuni giocatori di questa squadra. Li seguii con la mia auto sino al parcheggio dell’albergo. Li incontrammo dei calciatori del Siena tra cui riconobbi Carobbio e Coppola che conoscevo. Ad un certo punto Carobbio disse che non dovevamo preoccuparci per la partita che avremmo disputato il giorno dopo in quanto il Siena non aveva bisogno di punti. Noi prendemmo atto di questa dichiarazione di Carobbio e ci stringemmo la mano per salutarci”. PASSONI: “In relazione a tale partita ricordo che il giorno prima mi recai all’albergo dove era in ritiro il Siena, il Park Hotel, insieme ai miei compagni Luigi Sala e Ruben Garlini e al tecnico Mirko Poloni. Non mi ricordo chi dei tre mi disse che saremmo andati li per concordare l’esito della gara in favore dell’Albinoleffe. Mi sembra che mi venne detto che il nostro interlocutore per il Siena sarebbe stato Carobbio con il quale peraltro Garlini e Poloni erano stati compagni di squadra. Pur rendendomi conto dell’illiceità dell’operazione non mi rifiutai di partecipare perché l’Albinoleffe aveva un disperato bisogno di punti per arrivare ai play out e quindi non retrocedere direttamente. L’incontro avvenne effettivamente nel parcheggio fuori dell’albergo. Oltre a me ed i miei compagni parteciparono Carobbio e Coppola ed un altro giocatore del Siena di cui non ricordo il nome. Ricordo che fra tutti noi vene preso un accordo per il quale l’Albinoleffe avrebbe dovuto vincere la gara.  GERVASONI: “Carobbio, che militava nel Siena, mi assicurò che per i primi 80 minuti, secondo quanto riferitogli da Poloni, la partita quasi certamente sarebbe stata senza gol. Dal discorso che mi fece io intuii che la partita alla fine sarebbe stata vinta dall’Albinoleffe, che aveva bisogno di punti (…) Pertanto io e Cassano abbiamo scommesso sull’under (meno di tre gol) 5.000 € a testa realizzando una vincita netta che si pensava fosse di 18.000 € complessivi.  CAROBBIO: “Confermo in particolare che la cosa si svolse in due fasi la prima delle quali ebbe luogo al termine della gara d’andata Siena – Albinoleffe dell’8 gennaio 2011. Confermo che fu Stellini a prendere l’iniziativa nei confronti miei e del Terzi. In quel momento noi eravamo terzi in classifica e pensavamo di poter avere bisogno di punti alla fine del campionato. Anche l’Albinoleffe aveva analoghe esigenze. Pertanto i Dirigenti ritennero che fosse opportuno portarsi avanti. Ritengo comunque che fosse impossibile che anche l’allenatore non fosse al corrente della cosa (…) Ribadisco che fummo incaricati io e Terzi: io in quanto avevo giocato nel’Albinoleffe e Terzi in quanto conosceva Bombardini. Il discorso che feci con Faggiano si svolse più o meno una settimana prima della partita di ritorno. In sostanza della cosa erano al corrente tutti i giocatori e, presumo, tutti i dirigenti della squadra. Non vi fu nessuna questione di soldi … la decisione definitiva di lasciare la partita all’Albinoleffe venne presa in occasione di una riunione tecnica che si svolgeva in occasione di un allenamento qualche giorno prima della partita di ritorno. Alla riunione erano presenti l’allenatore Conte Antonio, il vice allenatore Alessio Angelo, il collaboratore tecnico Stellini, il preparatore dei portieri Savorani, nonché tutta la squadra. Tutti furono d’accordo e avendone parlato con Faggiano, desumo che anche la dirigenza ne fosse al corrente”. CAROBBIO: “In relazione alla gara Albinoleffe – Siena del 29 maggio 2011 (…) preciso che l’allenatore era d’accordo nel concedere la vittoria al’Albinoleffe per farla accedere ai play out, anche se lasciò a noi la decisione finale, ricordandoci comunque che, in caso di una nostra vittoria e di un risultato non positivo dell’Atalanta, saremmo ancora riusciti a vincere il campionato; si decise in ogni caso di rispettare gli accordi assunti nel girone di andata … prima della gara Ascoli – Siena del 14 maggio 2011, in occasione di una riunione nello spogliatoio ala presenza dei compagni e dell’allenatore, quest’ultimo affrontò l’argomento relativo ad Albinoleffe – Siena … a quel punto Conte invitò la squadra a confermare l’adesione o a chiamarsi fuori dall’accordo. In quella circostanza l’unico che volle dissociarsi fu Mastronunzio, il quale, peraltro, in qualità di ex dell’Ascoli, disse che sarebbe stato disposto a concedere la vittoria all’Albinoleffe solo qualora si fosse garantito analogo trattamento anche al’Ascoli. L’allenatore, prendendo atto della formale dissociazione di Mastronunzio, gli concesse di non partecipare né alle gare, né ai ritiri, limitando il suo impiego ai soli allenamenti”. STELLINI: “Dopo aver riflettuto a lungo ho deciso di raccontare i fatti così come realmente sono accorsi (…) Arrivati negli spogliatoi, di mia iniziativa avvicinai il giocatore Filippo Carobbio in quanto sapevo dei suoi trascorsi nell’Albinoleffe e quindi confidavo in una sua conoscenza diretta dei suoi ex compagni posto che io non avevo quella confidenza con gli stessi. Io ho chiesto a Carobbio di andare dai suoi ex compagni, ma la motivazione ultima non è solo quella di cui ho accennato avanti a Voi in data 8 marzo 2012. Infatti io dissi a Carobbio che quelli dell’Albinoleffe mi sembravano un po’ arrabbiati per la sconfitta e quindi di andare da loro per tranquillizzare gli animi posto che gli avremmo incontrati l’ultima partita di campionato ed era opportuno che i rapporti fossero sereni (…). Ho poi aggiunto a Carobbio anche di dire loro che se noi avessimo già raggiunto i nostri obiettivi stagionali avremmo potuto lasciargli i punti e viceversa ottenerli da loro se ne avessimo avuto necessità.” Ne consegue che i fatti, sulla base dei molteplici riscontri contenuti nella dichiarazioni dei deferiti, possano essere riassunti come segue. Al termine della partita del girone di andata, STELLINI chiese a CAROBBIO e TERZI di andare a parlare, rispettivamente, con GARLINI e BOMBARDINI, che ben conoscevano, per comunicare la disponibilità a “sistemare” il risultato della partita di ritorno in ragione delle possibili rispettive esigenze di classifica. Nelle settimane prossime all’incontro di ritorno, l’impegno preso al termine della partita di andata formò oggetto di dibattito all’interno dello spogliatoio del SIENA - tra quelli che volevano mantenere fede alla parola data e quelli che volevano provare a vincere il campionato per ottenere, così, il premio promesso dalla Società in caso di ottenimento della prima posizione in classifica - coinvolgendo anche lo staff tecnico e la dirigenza. MASTRONUNZIO, che si disse d’accordo nel lasciare la vittoria all’ALBINOLEFFE solo nel caso in cui analogo comportamento fosse stato tenuto anche in favore dell’Ascoli, squadra in cui aveva in precedenza militato, venne messo, di fatto, per questa ragione, fuori rosa dall’allenatore, in quanto lo “spogliatoio” non era disponibile a lasciare anche la vittoria all’Ascoli. Il giorno prima della gara, POLONI, SALA e PASSONI si recarono presso l’albergo in cui il SIENA era in ritiro, per “perfezionare” l’intesa con CAROBBIO. A quell’incontro erano presenti anche COPPOLA e VITIELLO. CAROBBIO, definita la combine, trasferì l’informazione a GERVASONI per consentirgli di scommettere sul risultato della gara, cosa che GERVASONI fece, unitamente a CASSANO, ricavandone una rilevante vincita in denaro. In merito alla attendibilità, in generale, delle dichiarazioni rese da CAROBBIO agli organi inquirenti, si aggiungono le dichiarazioni, autoaccusatorie, di altri deferiti, che confermano i fatti posti a base degli addebiti e che rendono, anch’esse, inattendibili le dichiarazioni rese dagli altri tesserati coinvolti nella vicenda, tendenti a cercare di smentire quanto accaduto. Per quanto riguarda specificamente le posizioni dei singoli deferiti si osserva che (…) è provato che CONTE fosse a conoscenza della combine. CAROBBIO, sulla cui attendibiità si è già detto, riferisce che l’impegno a lasciare la vittoria all’ALBINOLEFFE venne preso nel corso di una riunione tecnica, qualche giorno prima dell’incontro, a cui era presente l’intero staff tecnico. Peraltro, a ulteriore conferma che CONTE sapesse, vi è la circostanza che STELLINI ha ammesso di essere stato egli stesso a dare incarico a CAROBBIO e TERZI, al termine della gara di andata, di andare a parlare con GARLINI e BOMBARDINI per “sistemare” la gara di ritorno. Ed è davvero poco credibile che CONTE non fosse a conoscenza dell’iniziativa presa dal suo collaboratore, anche in ragione della personalità e del ruolo che aveva all’interno della Società, ben spiegati dalla dichiarazione resa da PERINETTI, il quale ha affermato che l’allenatore aveva un “carattere accentratore” (dichiarazione PERINETTI dell’8.3.2012). Ipotizzare che i componenti dello staff tecnico o la squadra prendessero decisioni a insaputa di CONTE non è oggettivamente credibile. A sostegno, poi, dell’effettiva conoscenza da parte di CONTE dell’intesa, vi è la circostanza relativa al calciatore MASTRONUNZIO. Secondo CAROBBIO, il compagno di squadra sarebbe stato messo fuori rosa per non aver accettato di partecipare all’accordo. La circostanza che MASTRONUNZIO, nelle fasi finali del campionato 2010/11, non abbia più preso parte agli incontri, risulta per tabulas. CONTE, chiamato a fornire una spiegazione in merito al perché un giocatore, sino ad allora titolare, non fosse stato più schierato in campo, non ha saputo dare una risposta chiara, rimanendo nel vago. CONTE, difatti, ha affermato di “ritenere che lo stesso si fosse infortunato, anche se non ho ricordi precisi in merito” (dichiarazione CONTE del 12.7.2012). Risposta, questa, davvero poco credibile, per un allenatore che stava gestendo una rosa di giocatori prossimi, in quel periodo, a raggiungere la promozione e quindi l’obiettivo di un’intera stagione. Né appare credibile quanto sostenuto da CONTE in sede dibattimentale, e cioè di aver comunicato a MASTRONUNZIO, prima della gara Modena-Siena, di escluderlo dalla rosa per scarso spirito di gruppo e perché aveva rifiutato di trasferirsi ad abitare a Siena preferendo rimanere a Empoli. È una motivazione davvero poco credibile, perché non sufficiente a far ritenere ragionevole l’esclusione di un titolare dalla rosa, a poche giornate dal termine della stagione, e perché, inoltre, CONTE ha dimostrato di non ricordare tali circostanze quando è stato sentito in data 12.7.2012 Ne consegue che CONTE sia responsabile dell’addebito contestato. Ai fini della qualificazione della fattispecie, Conte deve essere chiamato a rispondere di omessa denuncia, in quanto agli atti è stata raggiunta solo la prova che fosse a conoscenza della combine e non che vi abbia preso parte; (…) le risultanze agli atti confermano che alla riunione tecnica fosse presente lo staff tecnico, nelle persone dell’allenatore CONTE, del suo vice ALESSIO, del collaboratore STELLINI, del preparatore dei portiere SAVORANI, oltre che l’intera rosa dei convocati”.