Chi ha venduto la Coppa del Mondo?

La votazione del Comitato Esecutivo FIFA del 2010 che assegnò la Coppa del Mondo 2018 alla Russia e quella del 2022 al Qatar è stata una delle più corrotte nella storia dello sport e del resto le inchieste, da quelle giornalistiche a quella dell'FBI, che hanno portato alla fine della FIFA di Blatter sono iniziate proprio dopo quel voto anche se nel passato non erano mancati scandali pazzeschi (come quello legato alla ISL, ad esempio). La votazione pro Qatar è la base di Chi ha venduto la Coppa del Mondo? (The men who sold the World Cup), documentario di poco meno di due ore, divise in due puntate, che abbiamo appena finito di vedere su Discovery+, che lo ha messo online giovedì scorso. Il lavoro di Daniel DiMauro e Morgan Pehme parte dall'inchiesta dei giornalisti del Sunday Times, Heidi Blake e Jonathan Calvert, che su imbeccata di una fonte interna della FIFA iniziano a indagare soprattutto sull'assegnazione di Qatar 2022. Perché il grande disegno di Blatter era quello di dare il 2018 alla Russia, anche se l'Inghilterra premeva per avere questa edizione, e il 2022 agli Stati Uniti: più volte aveva rassicurato Putin e Obama e del resto decenni di gestione del potere, contando anche l'epoca sotto Havelange, avevano fatto credere a tutti (e soprattutto a lui) di poter controllare ogni votazione passando all'incasso di favori del passato. Non a caso fra le tante interviste del documentario le più interessanti siano proprio quelle dell'ex presidente FIFA, che non nega di avere avuto dirigenti corrotti ("Non so se il Qatar abbia pagato... Ma per aggiudicarsi la Coppa del Mondo tutto è possibile") e soprattutto scarica su Platini la responsabilità del ribaltone rispetto ai suoi stessi desideri: "Una settimana prima della decisione ho ricevuto una telefonata da Michael Platini, il quale mi diceva che era successo qualcosa e che sarebbero sopraggiunte delle difficoltà. Lui all'epoca era il presidente della UEFA e mi ha detto che al suo gruppo era stato chiesto di votare in favore del Qatar. Erano 4 voti… comprati dal Qatar. Era impossibile che gli Stati Uniti vincessero. Platini non ha avuto il coraggio, avrebbe dovuto dire di no al presidente (Sarkozy, sottinteso)… che doveva pensare al mondo intero e non a un solo Paese". Uomo chiave della porcata Mohamed Bin Hammam, miliardario qatariota molto particolare, cioè diventato tale come self made man e non come membro della famiglia reale. Aspirante successore di Blatter, ma dopo il voto il furbo svizzero riesce a buttarlo fuori della FIFA. Nel mondo dello sport uno sgarro a Stati Uniti ed Inghilterra alla lunga si paga e alla fine grazie anche alla collaborazione imposta al mitologico Chuck Blazer (uno che prende un appartamento nella Trump Tower solo per farci stare i suoi gatti merita in ogni caso rispetto) l'FBI, l'IRS e i magistrati statunitensi spazzano via la FIFA di Blatter preparando il terreno per quella di Infantino, che guarda caso assegna il Mondiale 2026 al Nord America. La parte debole, a tratti imbarazzante (la scena del campetto nella sala conferenze fa ridere), del film, è proprio questa: la contrapposizione fra la sporcizia di prima e la presunta pulizia di adesso. Perché la chiave della corruzione non sta in qualche bonifico o in qualche busta di denaro, ma nel fatto che il voto di Montserrat valga come quello dell'Inghilterra o della Germania. In conclusione, chi ha venduto la Coppa del Mondo 2022? I membri corrotti dell'esecutivo FIFA, insieme a Sarkozy e Platini. La cosa folle è che nonostante tutto ciò che è venuto fuori la sede in Qatar sia stata confermata, ma questa parte è ben spiegata nel film, visto che è legata all'accordo fra Blatter e il governo qatariota per far fuori Bin Hammam. https://www.youtube.com/watch?v=nFr8huk00Ag