Caccia e pesca in Lombardia

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La caccia e la pesca sportive sono in Lombardia, ma forse anche in altre regioni d'Italia, più tutelate del lavoro di un'estetista o di un barista, senza fare confronti con chi deve rinunciare a sport veri. Nelle brevi è infatti finita la notizia che la Regione Lombardia, governata speriamo ancora per poco dall'impresentabile Fontana, ha emanato un’ordinanza che permette anche in presenza di restrizioni anti-Covid (quindi la situazione attuale, visto che siamo in zona rossa) libertà di movimento ai cacciatori. Insomma, come se la caccia e la pesca fossero un lavoro, una necessità, o i cacciatori e i pescatori fossero caregiver (più di Scanzi sicuramente) di qualcuno. Non ce l'abbiamo in particolare con caccia e pesca, anzi rispetto all'allevamento intensivo sembrano quasi attività nobili, ma con la pretesa di cacciatori e pescatori di forzare, anche in un momento storico come questo, leggi che valgono per chi pratica sport che non ammazzano nessuno. Senza contare i soliti discorsi sulla proprietà privata violata, come se dovessimo essere contenti di vedere persone magari anziane e dalla vista corta, con i loro ridicoli gilet, che girano per i nostri terreni imbracciando un fucile. La curiosità, per noi incomprensibile nonostante in famiglia ci siano stati cacciatori, è che caccia e pesca sono strumenti di consenso a destra come a sinistra, in Lombardia per la Lega come in Toscana per il PD, con le opposizioni timide. Magari il fantomatico ritorno dei 5 Stelle alle origini ambientaliste e animaliste (da ricordare che molti cacciatori si professano ambientalisti) potrebbe partire dall'abolizione della caccia e della pesca sportive.