Breve storia dei Mondiali di pallamano

Categorie: Pallamano

Il 21esimo Campionato del Mondo di Pallamano indoor che si terrà in Croazia dal 16 gennaio all’1 febbraio ha alle spalle una storia di grandi squadre e sfide sorprendenti. La prima edizione del 1938 fu vinta dalla Germania nazista sull’Austria (ribadendo la classifica delle Olimpiadi di Berlino 1936), pochi mesi prima che l’Anschluss definisse per poco tempo i contorni di una squadra irresistibile. Dopo questo esperimento con un girone all’italiana di quattro squadre (parteciparono anche Svezia e Danimarca), gli anni ’50 videro altre due edizioni del Mondiale (1954, 1958), con la vittoria in entrambi i casi della Svezia. Gli anni ’60 e 70 furono gli anni della grande Romania (argento anche a Montreal 1976 e doppio bronzo a Monaco 1972 e Mosca 1980) di Nicolae Nedef, che inventò un sistema di gioco basato sul ritmo forsennato e sui cambi sistematici dei giocatori che dovevano dare il massimo nella porzione di tempo in cui rimanevano in campo. Protagonisti assoluti di quegli anni furono i campionissimi Gheorghe Gruia e Radu Voina, insieme al portiere-piovra per eccellenza Cornel Penu, vera spina dorsale della squadra campione nel 1961, 1964, 1970 e 1974. La vittoria del 1961 e quella del 1970 inoltre furono ottenute superando Cecoslovacchia e Germania Est soltanto dopo il secondo tempo supplementare. Ad inframmezzare, nel 1967, la cavalcata romena fu la Cecoslovacchia del re del gioco di contromano Ladislav Beneš e di Jiří Kavan, bombardiere devastante. Nel 1978, dopo anni di vacche magre e di dominio dell’Est, torna a vincere la Germania Ovest, prima dell’URSS di Aleksandr Anpilogov nel 1982 e della Jugoslavia di un altro immenso portiere, Mirko Bašić, e del pivot più dominante del periodo Pavle "Pavo" Jurina (oro facile anche a Los Angeles 1984). Nel 0 la Svezia ritornò ai fasti degli anni ’50 grazie all’oro vinto nella finale contro l’URSS dalla crazy-band di Bengt Johanssons, mentre buona parte degli atleti sovietici si rifaranno nel 3 e nel 7 con due mondiali vinti dalla nuova squadra della Russia. Anche qui i nomi di quella squadra fanno venire la pelle d'oca agli appassionati: su tutti il portiere Andrey Lavrov, vincitore di 3 Olimpiadi (Seoul 1988, Barcellona 2 con la CSI e Sidney 2000 più il bronzo di Atene 2004 a 42 anni) e Valeri Gopine, giocatore dotato di un’elevazione incredibile. In mezzo alle due vittorie russe, nel 5 trionfò la Francia del trainer Daniele Costantini, che riuscì a mettere su una squadra, meglio conosciuta come Barjots, di grande personalità e gioco maschio e imprevedibile. I riferimenti di quella squadra che riusciva nelle imprese più incredibili per poi perdere con gli ultimi del ranking mondiale, erano Denis Lathoud, Stephan Stoecklin e il genio Jackson Richardson con i suoi dreadlocks ribelli. Nel 9, la Svezia di un diligente e mai domo Ola Lindgren si ripeté, seguita dalla Francia nel 2001. Dai mondiali portoghesi del 2003 il vento dell’Est è ritornato prepotentemente sui parquet mondiali con la vittoria di una Croazia piena di talenti purissimi, meravigliosi e irreggimentabili come Ivano Balić, per molti oggi il miglior giocatore al mondo, Mirza Džomba, ala sinistra dal tiro micidiale e Vlado Šola, portiere dai riflessi felini e i capelli stravaganti. La penultima edizione è stata dominata dalla Spagna, altra squadra nuova nel panorama mondiale, che vinse la finale della competizione del 2005 svoltasi in Tunisia, schiacciando 40-34 i campioni in carica croati grazie ad una prova magistrale di Iker Romero. Infine, è storia del 2007 la vittoria tedesca con i vari Glandorf, Henning Fritz e Pascal Hens dominatori della finale contro la Polonia.
Jvan Sica
(per gentile concessione dell'autore, fonte:
Letteratura sportiva)