Berrettini contro i più forti

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Rafa Nadal al suo meglio è ancora più forte di Matteo Berrettini, anche con dieci anni di più. E quello dei primi due set della semifinale degli Australian Open era anche secondo lui stesso il miglior Nadal moderno, quello che sta dentro il campo e prova ad accorciare gli scambi allungandosi la carriera. Il torneo dell'azzurro si chiude quindi con la terza semifinale in uno Slam della sua vita, la seconda contro Nadal (quella di Wimbledon contro Hurkakz la vinse), ed un'autostima aumentata enormemente al di là della clamorosa posizione numero 6 nel ranking che raggiungerà lunedì. Due asterischi. Il primo riguarda Djokovic: incontrando lui nei quarti, invece di Monfils, al 90% Berrettini avrebbe perso ed avremmo visto in semifinale la sfida numero 59 fra i due giganti, probabilmente con esito favorevole a Djokovic visto che l'ultima vittoria di Nadal su una superficie diversa dalla terra risale agli US Open 2013. Il secondo riguarda le lacune tecniche (a livello di vincitore di Slam, non di professionista soddisfatto del quarto di finale) di Berrettini, prima fra tutte il rovescio, in particolare quello lungolinea. Non si può ridurre tutto alla psicologia e al carisma di Nadal, perché Berrettini ha sempre perso non soltanto contro Nadal (0-2) e Djokovic (0-4), ma anche contro Medvedev (0-3), Tsitsipas (0-2) e quasi sempre con Zverev (1-4), per non ricordare Federer (0-2). Come a dire: ha i grandissimi nel mirino, ma non è ancora uno di loro (e del resto nemmeno Zverev lo è). Insomma, è arrivato in alto e sarebbe un peccato non fare l'ultimo passo: sinceramente credevamo che già contro il Nadal visto contro Shapovalov avrebbe fatto partita pari. Nella memoria degli appassionati rimarrà senz'altro di più l'altra semifinale, fra Medvedev e Tsitsipas, non soltanto per l'intensità tecnica ed emotiva dei primi due set ma per anche per la piazzata del russo contro l'arbitro, giustificata dal coaching ed in generale dal disturbo del padre di Tsitsipas (parentesi: Berrettini con Santopadre fa la stessa cosa, sia pure in maniera discreta) e un po' meno dal warning giustamente ricevuto per un mezzo gesto dell'ombrello. Lo "small cat" di Medvedev indirizzato all'arbitro è puro McEnroe, e come McEnroe lui è uscito dalla litigata con più concentrazione, mentre il 99% degli altri avrebbe perso la testa. Domenica mattina finale fantastica. Chiusura con il nostro pronostico sulla finale femminile, ovviamente in favore di una Barty finora perfetta ed in generale fra i pochi giocatori, donne e uomini, con un piano B. La quota della Collins è però clamorosamente sbagliata, per il momento dell'americana e per la sua incoscienza, che potrebbe andarsi a schiantare contro i back della Barty ma anche portare a casa un trionfo. 20 euro sulla Collins a 5,10 li mettiamo senza problemi, anche se l'australiana contro giocatrici con le sue caratteristiche trova quasi sempre la chiave giusta.