Annarita Sidoti, una donna d’oro
La buona notizia è che
Annarita Sidoti sia riuscita a sopravvivere per sei anni al cancro e quindi a vedere i primi sei anni di vita del suo terzo figlio, quella cattiva è che è morta a 46 anni dopo una serie di operazioni che provoca dolore fisico anche soltanto ricordare (lei stessa di recente lo aveva fatto in pubblico, con notevole spirito). Una delle ultime medaglie d'oro dell'atletica italiana in una manifestazione planetaria (l'ultima è stata quella di
Alex Schwazer a Pechino 2008), ai Mondiali 7 di Atene, la marciatrice siciliana ha avuto una carriera lunga e mai segnata dal doping nemmeno a livello 'si dice'. Le è mancata la gloria eterna dei Giochi Olimpici che hanno avuto
Ondina Valla e
Gabriella Dorio, nonostante tre partecipazioni (Barcellona, Atlanta e Sydney), ma per quantità e qualità delle medaglie (ci sono anche due ori, Spalato 0 e Budapest 8, e un argento europei, oltre a tante altre cose) non è sbagliato considerarla la seconda atleta italiana di sempre dopo
Sara Simeoni, senza considerare
Fiona May che è diventata Fiona May con la Gran Bretagna. Poi il peso specifico della marcia nel mondo dell'atletica è quello che è, minore rispetto ai tempi della Sidoti (Salvador, Perrone, Alfridi...) e destinato a diminuire ulteriormente non soltanto per il doping ma anche perché è una delle specialità maggiormente a rischio di taglio olimpico. Questo non toglie che Annarita Sidoti abbia onorato l'atletica e la vita. https://youtu.be/j-Px2K-g1Rw