1994 la serie, con spoiler
4 è finito venerdì scorso e non ci mancherà soltanto Miriam Leone, come è logico, ma addirittura anche Stefano Accorsi. Di sicuro su Sky non ci sarà una serie chiamata 5, perché gli autori di una delle più belle produzioni italiane di sempre, pur con errori e spesso recitazione trash, hanno chiuso il discorso proiettando nel futuro, cioè nel nostro presente, gli schemi di quei tre assurdi anni di transizione (2, 3 e, appunto, 4).
Se non avete ancora visto 4 fermatevi qui, perché è impossibile parlare del suo finale lasciando tutto sul vago: questa non è una recensione ma contiene lo stesso un minimo di spoiler. Ci siamo addirittura visti due volte la settima puntata, la penultima, quella del matrimonio fra Leonardo Notte (Accorsi) e Veronica Castello (Leone) poco prima della caduta del primo governo Berlusconi.
Puntata lisergica in cui si mescolano generi e suggestioni, che vuole sintetizzare l'ideologia di tutta l'operazione: l'Italia eterna, quella dell'opportunismo e del cinismo, può e anzi deve essere biasimata e anche combattuta, ma è l'unica Italia possibile. Noi personalmente non la pensiamo così, ma troviamo forte che in un prodotto non di nicchia si espliciti una filosofia che nel nostro paese è maggioritaria. Chi vuole sentirsi brava gente guardi Rai 1. Di seguito qualche nostro flash su 4.
- Il sottosegretario, sia pure leghista, interpreto da Guido Caprino, che passa dal governo alla latitanza su una barca tipo capitan Findus è troppo anche per una fiction. Anche se il culmine trash è quando si finge osservatore dell'Atalanta...
- Il Berlusconi di Paolo Pierobon è il miglior Berlusconi finto mai visto, per fortuna sempre un passo indietro rispetto al sorrentinismo.
- Si era mai vista una serie, uno sceneggiato, un telefilm italiani in cui non ci siano eroi positivi? 4 punta a buoni numeri, ma non a quelli di Beppe Fiorello.
- Si era mai vista una serie, uno sceneggiato, un telefilm italiani in cui il magistrato protagonista non è poi questo grande eroe? Super il Di Pietro di Antonio Gerardi.
- Quasi assenti nel racconto di Mani Pulite e di quegli anni di transizione i grandi imprenditori italiani: sia quelli puniti sia quelli impuniti. Loro e i loro discendenti querelano in automatico ancora oggi, dopo avere depredato l'Italia in ogni sua fase politica.
- Un falso storico, probabilmente di area berlusconiana ma ripreso ancora oggi, l'offerta a Mario Segni di guidare il centro-destra. Lo ha ribadito oggi al Corriere della Sera lo stesso Segni, ma lo dice anche 4 mostrando un Berlusconi che concepisce soltanto sé stesso. In Forza Italia non è mai esistita una distinzione fra il frontman e il produttore.
- Riuscito l'equilibrio fra la rappresentazione di un partito finto, in cui tutto è una concessione del fondatore, e il trasformismo dei suoi avversari meglio introdotti nel deep state e nei media.
- A proposito, ridicola la ricostruzione (anche al netto dell'aspetto fiction) di come il Corriere della Sera ebbe l'avviso di garanzia di Napoli.
- Non toccati i veri intoccabili. Ma la rivoluzione non la può fare una fiction di Sky.
- Una concessione al pubblico il finale in cui tutti i protagonisti la sfangano, ma in fondo anche una scelta coerente. E poi perché non bisogna concedere qualcosa al pubblico? Noi stiamo ancora smadonnando per la morte di Marissa alla fine della terza stagione di O.C.