Pezzi di vita, passato e presente di Enrico Ruggeri

30 Aprile 2015 di Paolo Morati

Enrico Ruggeri

Torniamo a parlare di Enrico Ruggeri, che ha appena pubblicato un nuovo album intitolato Pezzi di vita, diviso in due parti. Una prima composta da 10 inediti e una seconda da 14 riletture di suoi brani del passato. “Non ho molto da aggiungere a quello che ho scritto che non predisponga al sorriso”, canta il Rouge nella traccia di apertura (Sono io quello per la strada) che si racconta senza tanti clamori, lenta e sussurrata a introdurre la più movimentata Fatti rispettare dove invita “Esci dal silenzio di una stanza, non ce la possono fare per sempre, la storia li deve fermare”, con una ritmica e un sound che ci riportano a tratti al Ruggeri degli inizi. È quindi il turno del singolo di lancio Centri commerciali, canzone calata in un contesto malinconico e di riscatto tra occasioni da procurarsi e scelte da compiersi (“La gente non lo sa chi veramente sei, con il mondo che nascondi dentro te”) laddove la ripetitività della vita è indispensabile da superare. Ed è ancora la fuga verso il futuro il tema di Il treno del nord (“Pochi gli indirizzi in mano, eppure già così lontano… Vada come vada, sia come sia purché non sia come era ieri”), così caro ad Enrico Ruggeri che in Hai ragione! provoca e si ‘diverte’ invece ad elencare una serie di affermazioni di buon senso, anzi di “Parole facili, opinioni sane, generosissimi, buoni come il pane”, rispolverando quella sua vena ironica e sarcastica di sagace osservatore di una realtà dove “bisogna farsi sempre ben volere”.

Se Il Re Lucertola prosegue la polemica sociale (“Io non sono solo ed altri cento come me sono entrati nella tua città e si confondono nel mondo che piano piano stanno trasformando”) dell’Enrico Ruggeri che denuncia senza sconti, La statua senza nome tira le somme sugli eroi dimenticati (“Io resterò qui mentre la storia cambia e passano gli anni su me e il mio sacrificio non è cosa da ricordare”). Tre Signori emoziona come altri brani del disco, consentendoci di chiudere gli occhi a immaginare un incontro che omaggia Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Giorgio Faletti: “Dottore, scrittore ed attore si scambiano i ruoli giocando da ore ad ipotesi nuove”). La parte inedita si chiude con le riflessioni sui momenti vissuti e i giorni perduti di Un pezzo di vita (“Non ho mai pensato prima alle parole che avrei detto, alle frasi su un biglietto tra il futuro e l’imperfetto”) e il breve invito all’amore di Perdersi nel tempo (“Le occasioni vivile, perdersi nel tempo è una follia… c’è qualcuno che ti aspetta e vorrebbe accompagnarti, non avere troppa fretta e non fermarti”).

Pezzi di vita è un disco che non guarda certamente al mainstream, cosa che Enrico Ruggeri non ha del resto mai fatto in una storia artistica che ormai sfiora i 40 anni, e che proprio grazie alla riproposizione fortunatamente piuttosto fedele di canzoni del passato (non abbiamo mai amato i rifacimenti che stravolgono il senso musicale delle canzoni) da Contessa a Il futuro è un’ipotesi alla meno nota (e da noi amata) Fantasmi di città, mette insieme passato, presente e futuro. E in definitiva i racconti dei dieci inediti sono una ulteriore conferma del talento di un cantautore così atipico, acuto e intelligente nel raccontare il mondo che lo (e ci) circonda.

Paolo Morati, in esclusiva per Indiscreto

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