Quando Tele Monte Carlo faceva tendenza

25 Novembre 2014 di Paolo Morati

Tele Monte Carlo

Uno degli aspetti più belli per chi scrive su Indiscreto è il fatto che i commenti sono spesso ricchi di spunti interessanti, in una sorta di ‘do ut des’, il cui risultato a volte magari non è troppo gradito da chi legge. La citazione recente di Wilma De Angelis in un contesto inaspettato, quello del Di qua o di là tra Raffaella Carrà e Lorella Cuccarini, ha fatto accendere una lampadina nella nostra nostalgica testa che aspettava solo il momento giusto per scrivere di Tele Monte Carlo (canale del Principato di Monaco) in versione italiana, nella sua fase iniziale e  storica.

L’apertura dei programmi (alle 17.45, anni Settanta, quando la tv era meno invadente) era affidata a Jocelyn, sua moglie Sophie e Awana Gana che, dopo la sigla iniziale della rete, elettronica e psichedelica (anche se all’epoca la potevamo vedere solo in bianco e nero), con le lettere T, M e C che si accendevano in alternanza danzando su una musica un po’ inquietante, ci proponevano con tanto di cuffioni in testa la trasmissione Un peu d’amour… d’amitie… et beaucoup de musique. Un contenitore di interviste e musica, un ambiente totalmente scanzonato, i riccioli del conduttore francese (poi passato in RAI con Discoring), i baffi del dj italiano, e gli interventi di Sophie. Altro spazio ben impresso nella memoria era quello del telegiornale diretto da Indro Montanelli che si alternava con Mario Cervi e altri giornalisti nella parte di commento: essenziale e interessante, come dovrebbe essere un notiziario. O almeno così pareva nella sua serietà.

Arrivarono quindi gli anni della direzione dei programmi da parte di Paolo Limiti che diede anche il là allo spazio culinario condotto da (appunto) Wilma De Angelis. Intitolato Telemenù, non aveva niente a che vedere con le esibizioni ai fornelli dei cuochi ‘star’ odierni, rimanendo una delle trasmissioni più longeve dell’emittente, ripescata varie volte, pur cambiando di titolo (A pranzo con Wilma, Sale, Pepe e Fantasia…). Altrettanto di successo era Paroliamo condotto da Lea Pericoli, gioco semplice e intelligente (talvolta poteva capitare di seguire su Antenne 2 la versione francese Des chiffres et des lettres), mentre fronte sportivo dall’inizio degli anni Ottanta la voce storica era in primis quella di Luigi Colombo, con le sue telecronache calcistiche che facevano concorrenza a quelle della RAI grazie all’adesione del canale al circuito dell’Eurovisione. Di culto infine Gli affari sono affari, ingenuo gioco condotto da Roberto Arnaldi, in una sorta di baratto tra spesa e pacco offerto in scambio.

Successivamente Tele Monte Carlo crebbe nelle ambizioni, rilevata dai brasiliani di Rede Globo, quindi dalla Montedison, da Cecchi Gori e poi da Seat-Telecom (per poi infine cambiare nome in La 7, ma della TMC originaria era rimasto poco)… vedendo sfilare tantissimi personaggi, proporre altre trasmissioni storiche (Tappeto Volante con Luciano Rispoli, Galagoal con Alba Parietti e Massimo Caputi, le gare di sci commentate dall’eccellente Bruno Gattai), fino all’arrivo del Processo di Biscardi. Ma era già un’altra epoca televisiva, meno pionieristica e per certi versi affascinante.

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