Il Cielo di Francesco Di Giacomo

22 Febbraio 2014 di Paolo Morati

Non mettere le dita nel naso_home

La scomparsa di Francesco Di Giacomo in un incidente stradale ci ha imposto di scrivere in anticipo un pezzo su una delle voci più belle della musica leggera italiana, in realtà già in ‘scaletta’ da tempo. Ci abbiamo pensato un po’ su prima di usare la definizione musica leggera, perché molti forse avrebbero preferito leggere rock. Ma Di Giacomo non è stato solo progressive, ma anche pop… e che pop!

Al di là dell’epoca più apprezzata dai cultori, quella degli anni ’70 di Darwin, Io sono nato libero e Come in un’ultima cena per intenderci, insieme al Banco del Mutuo Soccorso (poi solo Banco), Di Giacomo tirò infatti fuori pezzi straordinari assolutamente inseribili nel genere popular il cui più noto è probabilmente Moby Dick (1983, album Banco), svolta arrivata sostanzialmente con l’album Urgentissimo del 1980. Quello con Paolo Pa. Ma per ricordarlo non vogliamo parlare né della parte prog né di quella pop della sua carriera ufficiale con la storica band.

Il disco che secondo noi lo ha rappresentato meglio in assoluto si intitola Non mettere le dita nel naso, pubblicato nel 1989 con l’incipit Banco presenta Francesco Di Giacomo. Album in cui in realtà suonano proprio alcuni dei suoi compagni di viaggio ma che per la particolarità è da considerarsi l’immagine perfetta del Di Giacomo interprete e autore, libero dalle influenze dei precedenti lavori. Ripubblicato più di recente con il titolo di Banco d’accusa, Non mettere le dita nel naso è una raccolta  poco nota, contenente sette canzoni, della giusta durata per non annoiare (circa 38 minuti) e scritte da lui stesso insieme a Vittorio Nocenzi.

E che ci racconta di un Di Giacomo ispirato nella sua liricità spinta al massimo, dai toni più black di Ti taglio i viveri, passando in ordine sparso per la scanzonata Lilliput e il grido di Sandali, fino alla dolcezza di E domani e Qualcosa che rimane e all’espressione sublime di Cielo. Quest’ultima da considerarsi come ‘la canzone definitiva’ di una voce capace di alti picchi di emozione. Qualcosa che anche andandosene ci farà, comunque, felici di rimanere.

Sono tante le giornate che ho sprecato
quante volte incosciente e disperato
aspettando che il domani fosse lui, e lui da solo
a risolvermi i problemi, ad offrirmi le occasioni
(Francesco Di Giacomo)

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