La genialità di Fantômas

7 Gennaio 2014 di Paolo Morati

Fantômas

Cosa ci spinge a leggere nell’era dei thriller svedesi e dei giallisti americani un noir francese pubblicato oltre 100 anni fa? Presto detto: il personaggio che vi è caratterizzato e le storie che lo riguardano sono ancora estremamente coinvolgenti. Stiamo parlando di Fantômas, ideato da Marcell Allain e Pierre Souvestre e protagonista di decine di romanzi oggi di difficile reperibilità perlomeno nella versione italiana, tra l’altro (pare) spesso incompleta.

Riferimento del movimento surrealista, dipinto anche da René Magritte, il criminale appassionato di intrighi e travestimenti, capace di imprese audaci ed efferate, ha vissuto negli anni anche diverse incarnazioni cinematografiche con quella più di massa, ed è così che da bambini lo abbiamo conosciuto, in tre film interpretati da Jean Marais e Louis De Funès (Fantomas 70, Fantomas minaccia il mondo e Fantomas contro Scotland Yard). Film che in realtà stravolgono in parte le ambientazioni e la temporalità (siamo nella metà degli anni ’60 del ‘900 anziché al suo inizio) e soprattutto riducono in una sorta di macchietta (seppure estremamente divertente) il nemico storico di Fantômas, ossia l’ispettore (qui commissario) Juve il cui volto è affidato proprio a De Funès. Di grande efficacia in queste pellicole la maschera di gomma che copre il volto del criminale (sotto la quale c’è Marais che interpreta anche il giornalista Jerôme Fandor, poco gradito a Juve) per un villain misterioso e privo di scrupoli. Ma che aprono le porte a situazioni da commedia poco allineate alle intenzioni dei plot originari.

Mettendo da parte i tre lungometraggi citati, chi volesse entrare maggiormente nell’oscuro mondo di Fantômas può invece rivedere gli adattamenti realizzati da Louis Feuillade all’inizio del secolo scorso e procurarsi il primo romanzo della serie, l’unico ancora reperibile in Italia, intitolato proprio a suo nome e che snocciola una serie di colpi di scena sorprendenti per la letteratura dell’epoca. La storia, in origine divisa in puntate, vede un intrecciarsi di efferati omicidi, colpevoli presunti, condannati alla pazzia, con ottimi personaggi ben delineati a cominciare dal già citato ispettore Juve, vero protagonista della saga al pari del suo temibile rivale così come del giornalista Fandor.

Il poliziotto è un uomo arguto, attento, che si traveste per trovare indizi e soluzioni agli enigmi, lacerato dal dubbio e dal mistero di quel Fantômas che nel primo romanzo qualcuno sostiene che in realtà non esista, o che rappresenti un insieme di più persone, la cui presenza si sospetta ma non viene mai pienamente rivelata nemmeno quando lascia in modo esplicito la sua firma su azioni clamorose. Fino al colpo di scena finale per un cattivo che come dichiarò in un’intervista uno dei suoi padri, Marcell Allain, rappresenta il gangsterismo elevato a genialità.

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