Il Sanremo contemporaneo

19 Dicembre 2013 di Paolo Morati

Sanremo 2014

Dunque sono stati annunciati i nomi con le rispettive canzoni che dal 18 al 22 febbraio del prossimo anno si sfideranno sul palco del teatro Ariston di Sanremo per aggiudicarsi la 64a edizione del Festival della Canzone Italiana, che Fabio Fazio ha definito “una edizione all’insegna della contemporaneità”. Detto che, come sempre, riteniamo sgradevole giudicare un Festival prima di aver ascoltato i brani proposti, per la cronaca, il dizionario definisce il termine contemporaneo in questo modo: che appartiene all’età presente, alla vita attuale. Come dire, più o meno tutto senza limiti anagrafici… basta essere appunto contemporanei.

Giochi di parole a parte, andando in rigoroso ordine sparso si parte da Arisa, un tempo sbeffeggiata e ora considerata interprete di livello (a noi effettivamente trasmette qualche emozione), nata artisticamente a Sanremo dove ha esordito nel 2009 per poi parteciparvi altre due volte e diventare nel contempo anche un personaggio televisivo. Noemi dal canto suo, uscita da XFactor 2009, ha avuto da subito raccolto preferenze in termini di critica anche se deve stare attenta a non  ‘vaschizzare’ un po’ troppo le sue interpretazioni. Ben ritrovato anche a Raphael Gualazzi, uscito dal Festival 2011 per poi ripresentarsi già quest’anno e replicare il prossimo. Insomma, musicista di indubbia qualità, che questa volta propone un connubio insospettabile essendo accompagnato dal progetto Bloody Beetroots dai volti misteriosi.

Proseguendo, ammettiamo di non conoscere i Perturbazione, così contemporanei da (leggendo le biografie) essere in attività da diversi anni seppure l’accelerata sia arrivata solo di recente. Insomma possono starci, qualcosa abbiamo origliato e ci paiono musicalmente tranquilli. Certamente da seguire la partecipazione di Cristiano De André, la quarta volta (la prima nel 1985) per un talento indubbio che porta sulle spalle il macigno di un cognome importante. Noi tiferemo a priori anche per lui, sulla stima. Poi si vedrà. Più che nuovo (lui sì) invece il nome di Renzo Rubino, uscito dai giovani di quest’anno con il premio della critica, cosa che probabilmente gli è valsa la partecipazione fra i Big del 2014. Per accontentare gli estimatori del genere ovviamente non poteva mancare la canzone parlata e scandita, questa volta affidata a Frankie Hi-Nrg, in circolazione contemporanea da una ventina d’anni e già svezzato all’Ariston nel 2008. Non certo di primo pelo neppure Giuliano Palma, già voce dei Casino Royale – ben noti a chi era ragazzino negli anni ’80 – e successivamente di altri progetti. E lo stesso si può dire di Riccardo Sinigallia, classe 1970, rimasto in effetti per molto tempo più nelle retrovie che sotto i riflettori.

Nulla da obiettare su un nome come Antonella Ruggiero (per noi, prima dei progetti solisti, la voce della più grande e sottovalutata band italiana, ossia i Matia Bazar tra gli anni ’70 e gli ’80) tante volte a Sanremo, sempre in modo più che buono. C’è poi Giusy Ferreri che ricompare al Festival dopo tre anni e a sei dall’X-Factor che le cambiò la vita, e il di poco meno recente Francesco Sarcina (ex voce delle Vibrazioni). Chiudono l’elenco del Sanremo 2014 due vecchie conoscenze e vincitori di edizioni passate: Francesco Renga (prima volta a Sanremo nel 1991 con i Timoria, sono trascorsi quasi 23 anni) e Ron, in genere una garanzia. Insomma, un cast finora in linea con l’edizione 2013 vinta da Marco Mengoni (poi valuteremo la musica per poterne confermare la contemporaneità… e manca il favoritissimo), con una delusione: era circolata la voce di una possibile partecipazione di Alice. Peccato.

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