Le cento lire di McAdoo

23 Ottobre 2012 di Oscar Eleni

Oscar Eleni fuggito di corsa dall’agro aversano di Sant’Antimo dove nacque l’ingegner Nicola Romeo, fondatore dell’Alfa orgoglio dei lombardi che ancora non sospettano le origini non proprio celtiche di chi ha portato nel mondo questo super marchio, dalla terra che aveva ceduto a Napoli i diritti per il campionato di A2 perduti con il versamento comico di 3 euro al posto dei 33 mila che chiedeva la commissione federale per evitare questa esclusione dal campionato che addolora, che ci porta tristezza, anche se ci divertiremo un mondo quando i severissimi, ma giustissimi (risata da blob), burocrati fecero di tutto per cancellare Treviso dal loro piccolo regno.

Per fortuna nostra e non loro sul Sile se ne impippano di questi  carabinieri del nulla così amati dai rottamatori imperanti nel neobasket lillipuziano, per cui ad una partita di promozione vanno  più spettatori che in molte partite della cosiddetta serie A, uno o due non importa visto che spesso nel secondo torneo fanno più pubblico che al piano di sopra come potrebbero dire i soliti rompipalloni che guardavano sconsolati i tremila scarsi del lunedì televisivo per un Milano-Roma che si adatta perfettamente ai padroncini di oggi, ai loro consiglieri che non riescono a bere in compagnia o perché astemi o, soprattutto, perché non hanno niente da dire. Meglio, si parlano nel sottoscala, arrivano sul cocchio di Messala guidando cavalli neri, si credono potenti, il nuovo mondo, ma non sanno che la storia andrà a visitarli, prima o poi, e si dovranno comunque rendere conto che se hai dentro l’arido  tipo “fornero”, se sarai ricordato più per i licenziamenti che per i trofei, più per la maleducazione sentimentale in cui sei stato allevato, più per gli sgarbi a chi meritava abbracci e gratitudine che per iniziative che facciano il bene del sistema, dello sport palleggiato così male sulle reti televisive dove ancora pensano che un filmato possa soddisfare lo spettatore ignaro.

Cara gente, cari figli e figliastri delle palle sputate dai ferri, dei tiri sfortunati, o bella, direbbe, il sciur Borella, che cosa vuol dire tiro che entra ed esce ?, sarà meglio capire perché hai fatto quel tiro e quale era la tua durezza muscolare, la tensione che ha rovinato tutto, l’inopportunità del tentativo, insomma questi telecronisti del tubo dovrebbero capire, finalmente, che il loro lavoro è quello di  dare didascalie facilmente comprensibili a chi guarda e non è da cronistoni dire che la gente grida Barca a Barcellona, Inter a San Siro, Cagliari nel vuoto. Belle le trasmissioni dedicate al basket, ma le curiosità dei Mazzocchi vanno soddisfatte in altro modo. Strani mondi. In Rai, per un certo periodo avevano proposto le telecronache misurate, competenti, così lontane dai cieli fasulli dove i commentatori tecnici erano costretti a ripetere la filastrocca dei capo posto da “accaressare”, e i servizi ben commentati di Mascolo, ma, chissà perché, adesso è dietro le quinte a dirigere. Meglio per la sua carriera, ma poi corregga e guidi quelli nuovi, cosa che non chiediamo a La7 perché non sapremmo davvero  trovare punti di riferimento, anche se vediamo passione in chi cerca di imporre uno sport che al Mentana piace come l’attore in ammollo che pubblicizzava detersivi.

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