Le mattine disoccupate della vecchia Europa

27 Giugno 2012 di Stefano Olivari

Un amico di questo sito e nostro, più volte presente con pareri e commenti multisportivi, ci dice spesso che ‘siamo i disoccupati più occupati del mondo’. In effetti l’ansia per la fine del mese sempre lontana ci costringe ad esibirci su mille fronti da 10 euro ad articolo, di cui purtroppo 999 calcistici, anche se l’assenza di lavoro dipendente (vent’anni fa eravamo vent’anni avanti e non lo sapevamo) ci permette di guardare le eliminatorie mattutine degli Europei di atletica di Helsinki su RaiSport2. Con Bragagna che pur con i suoi difetti (in un mondo di ignoranti, chi sa ha la tentazione del saputellismo) fa dimenticare la tristezza del calcio Rai e la tristezza stessa che uscita dalla porta rientra dalla finestra con l’abolizione last minute delle previste eliminatorie degli 800 per… mancanza di concorrenti. Gli infortuni (la sola Di Martino, in pratica, considerando ormai persi Howe e Gibilisco) e l’assenza della marcia, vista la vicinanza olimpica, tolgono agli azzurri buona parte delle speranze di medaglia, che sono legate fondamentalmente a Daniele Meucci (più nei 10mila sabato, nella gara dove ha il miglior tempo europeo dell’anno, che nei 5mila oggi dove comunque dietro a Mo Farah potrebbero nascere opportunità interessanti), a una sparata di Greco, Donato o della LaMantia (un po’ sottotono, anche se si è appena qualificata per la finale) nel triplo, ad un ulteriore salto di qualità di Abate negli ostacoli alti e alla buona stella, intesa come squalifica o caduta del testimone per almeno tre altre nazionali, della 4per100 maschile. E quindi? Questi cinque giorni sono una grande occasione per vedere qualche giovane in un contesto importante, senza che l’attenzione mediatica sia fagocitata da 100 metri (c’è ancora qualcosa da scrivere su Bolt?) o da una retorica patriottarda degna di miglior causa.

 

Share this article