L’unico handicap di Guardiola

8 Maggio 2012 di Dominique Antognoni

L’idea gli è venuta l’estate scorsa, mentre stava pranzando con il suo grande amico e compagno di golf, Johan Cruijff, sul terrazzo del Golf Club Montanya, a El Brull, nei pressi di Barcellona: “Mi piacerebbe smettere di allenare per un anno e provare a diventare un giocatore  professionista”. L’olandese si è messo a ridere, Pep Guardiola invece no. Perché da quando ha iniziato a giocare sei anni fa, in Qatar, ha sempre pensato di fare le cose in grande, come d’altronde nel calcio. Aveva tanto tempo libero, ai tempi dell’Al Ahli: niente Champions, niente stress, niente impegni infrasettimanali come nel periodo del Barca e della Roma. Così che un po’ per scherzo, un po’ perché convinto e trascinato dai suoi compagni di squadra Ronald de Boer e Gabriel Batistuta, giocatori incalliti, si è messo a provare. Tornato in Europa, a casa sua, a Barcellona, ha voluto fare sul serio, prendendo delle lezioni con Lopez Gallardo al Club de Golf Vallromanes per poi continuare sui campi cittadini: lo si vede spesso al Real Club de Golf El Prat assieme a Cruijff, a Joan Laporta oppure all’ex centrocampista dei blaugrana e del Valencia Gerard Lopez. A volte li raggiunge  Javier Clemente, altro patito. “Lui è molto meglio di me”, sostiene Pep. Clemente invece vede le cose in maniera diversa e non perde mai l’occasione di punzecchiare l’ormai ex allenatore del Barca: “Giocare bene a calcio è soltanto una perdita di tempo. Pep Guardiola è più bravo come golfista che come allenatore”. Quando viene a passare qualche giorno di vacanza in Italia gioca sempre. A volte partecipa alle gare benefiche assieme a Vialli, Riedle, Nedved, Tassotti, Donadoni, Platini e Del Piero, ma spesso sceglie le destinazioni dei suoi periodi di relax in base ai campi: il suo preferito è il percorso della Bagnaia.  L’ultima volta ha giocato qui assieme a Bruno Riffeser Monti, figlio del noto editore e Daniele Carnasciali, l’ex terzino della Fiorentina. Sandro Maistrello, il direttore del Royal Golf La Bagnaia, lo ricorda benissimo: “Pep Guardiola ha subito dichiarato di essere handicap 11. Quando è venuto la prima volta erano aperte solo le prime 9 buche e ha voluto giocare due volte: il primo giro ha fatto 5 sopra il par, il secondo 4 sopra il par. Ha giocato veramente bene, considerando il fatto che era da cinque mesi che non giocava perché non trovava il tempo nemmeno per allenarsi. Mi ha colpito la sua educazione golfistica di rilievo, agonisticamente sempre molto in linea, si vedeva che giocava non solo per divertimento ma per mettersi alla prova. Non ha mai ripetuto il colpo se gli era andato male, ha sempre giocato come un vero golfista. Sicuramente si è dimostrato un persona di talento: pur giocando poco riesce ad ottenere ottimi risultati”.

Dominique Antognoni, 8 maggio 2012 

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