La maturazione di Joey Tempest

8 Maggio 2012 di Stefano Olivari

Gli Europe sono ancora vivi e lottano, insieme a noi che abbiamo quasi la loro età ma per fortuna anche con ragazzi di oggi. Dopo lo scioglimento del 1992 e carriere soliste abbastanza oscure, l’inevitabile reunion di inizio millennio ha infatti restituito a noi fan il gruppo svedese nella sua formazione più ‘vera’, quella in cui alla chitarra c’è John Norum e non Kee Marcello. Il leader e compositore è ovviamente rimasto il 49enne Joey Tempest, che ieri alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano è apparso a noi e al presentissimo Alvaro Delmo in buonissima forma regalandoci mezzora di show acustico insieme a Norum. Al quale ieri avremmo voluto chiedere, ma eravamo troppo lontani per farlo, come mai nel 1986 lasciò il gruppo dopo il successo mondiale di The Final Countdown. Ma tanto sapevamo già la risposta: stanchezza, stress per dover aderire ad uno stereotipo, voglia di sperimentare. Cose incomprensibili, per noi che non cambieremmo mai la squadra che vince (è teoria, perché non abbiamo mai vinto), ma un artista ci sta che la pensi così. Molte comunque le domande, fra cui anche una sul cambio di tonalità di Joey: una mutazione e una maturazione di cui solo chi ha ascoltato l’ultimo disco, prodotto da Kevin Shirley (che di solito è una garanzia di ortodossia rock, per noi non un complimento), si deve essere accorto. In situazioni come quella a cui abbiamo assistito ieri c’è di solito il rischio dello snobismo, cioé che i tuoi idoli non vogliano sminuire la loro produzione recente riproponendo qualche vecchio brano, ma gli Europe non ci hanno deluso. Anzi, ci hanno regalato anche un loro versione di ‘Ti amo’ di Umberto Tozzi (la cui popolarità in Europa è in Italia inimmaginabile), insieme a Rock the night e a The Final Countdown. Di Carrie ci hanno fatto solo qualche accordo, ma forse quelli della Feltrinelli temevano che gli accendini potessero condurre verso un falò. Molti fan sembravano essere stati surgelati negli anni Ottanta e scongelati pochi giorni fa, fra fascette e polsini da concerto, molti altri si sarebbero potuti incontrare in qualsiasi contesto hard rock (Joey ha sempre avuto come modelli i Deep Purple, pur avendo poi preso una sua strada, mentre il gruppo è stato diverse volte in tour con i Def Leppard), di sicuro ci siamo trovati di fronte a persone ancora artisticamente vive che hanno avuto il merito di metterci addosso una grande curiosità. Se abbiamo consumato fino all’inverosimile i vinili di Europe, Wings of Tomorrow (il vero fan deve dire che l’album preferito è questo), The Final Countdown, Out of this World e Prisoners in Paradise, di quello che è avvenuto dopo la reunion abbiamo saputo solo tramite il web. Ci rimetteremo in pari, vivendo nel presente.

Twitter @StefanoOlivari

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