Wimbledon, Djokovic contro Berrettini

10 Luglio 2021 di Stefano Olivari

Djokovic-Berrettini, finalmente. Mai avevamo visto un italiano in finale a Wimbledon, ma non siamo comunque così vecchi da pensare che questa sia l’ultima volta. Tutti alle 15 di domenica 11 luglio davanti a Sky Sport Tennis, ma anche a TV8, con una finale di Wimbledon che torna quindi in chiaro dopo decenni, dai tempi di Capodistria, quando Michael Stich sorprese Boris Becker (visto ieri a bordocampo insieme a Klinsmann). Va detto che la finale di questo torneo ed in generale il tennis sono per noi sacri a prescindere dai passaporti, Berrettini ci piacerebbe anche se fosse serbo e Djokovic anche se fosse italiano, quindi niente po-po-po preventivo (e nemmeno dopo, nel caso), ma il solito post con il rischioso piacere di dire le cose prima. Le quote e la storia dicono che Djokovic è strafavorito, 1,25 la sua vittoria contro il 4,80 di Berrettini (exchange di Betfair mentre stiamo scrivendo, sabato poco prima di mezzanotte). E quindi? Compitino da sindacato hongkonghese o giocata da fenomeni?

Compitino. Abbiamo messo 100 euro su Djokovic a 1,25 per una serie di ragioni strettamente tennistiche, saltando la psicologia da bar perché se è vero che per Berrettini è la prima finale di Slam è ancora più vero che Djokovic ha l’opportunità di diventare l’unico dei tre fuoriclasse immortali del Ventunesimo Secolo a conquistare il Grande Slam, vincendo questo Wimbledon (e sarebbe la sesta volta, con 20 Slam totali come Federer e Nadal) e poi lo US Open (e sarebbe la quarta volta, for the ages in tutti i sensi). Insomma, tutti pensano molto e in uno sport individuale anche di più. Poi c’è il tennis, con Djokovic mai brillante nel torneo ma sempre abbastanza presente da trovare chiavi diverse. Un Djokovic che a parte le statistiche borghiane, ha perso un solo set, ci è sembrato il miglior Djokovic soltanto nella risposta al servizio. Che poi sarebbe la base per mettere in difficoltà Berrettini.

Per entrambi la strada verso la finale è stata un’autostrada, in rapporto all’importanza di Wimbledon, con tutto il rispetto per Shapovalov e Hurkacz (che anzi davamo leggermente favorito su Berrettini), ma sono situazioni che capitano e, quando si dice il caso, a sfruttarle possono essere il numero 1 e il numero 9 del mondo, più facilmente del 25 e del 42. Un Berrettini che serva in maniera perfetta può portare ogni set al tie-break, e a Roma ha dimostrato proprio a Djokovic di non avere più sudditanze psicologiche. Però Djokovic non è soltanto il più forte, è quello che fra i più forti sa cambiare pelle a seconda dell’avversario. Con entrambi centrati vince lui, con qualche dubbio in testa chissà.

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