Dieci anni senza Maurizio Mosca

3 Aprile 2020 di Indiscreto

Maurizio Mosca è morto esattamente dieci anni fa, il 3 aprile del 2010, e stasera alle 23.30 Italia 1 lo ricorda con un estratto del documentario del 2012 Ricordando Mosca, realizzato da Andrea Sanna e pieno di testimonianze di persone che lo hanno conosciuto bene: giornalisti come Sandro Piccinini e Alberto Brandi, ma anche Moratti, Sacchi, Aldo Grasso, Freccero, Gene Gnocchi e altri.

La domanda per noi e per tutti gli ex ragazzi che sono cresciuti con il Mosca televisivo, a detta degli anziani molto diverso da quello della Gazzetta, è una sola: cosa è rimasto di Maurizio Mosca? E quindi, indirettamente, cosa ci è rimasto dei tanti giorni passati ad ascoltare Maurizio fra calciomercato, polemiche, pendolini, travestimenti e gag irresistibili? Con la summa del Mosca televisivo rappresentata secondo noi dal suo Appello del Martedì, in onda dal 1990 al 1992 su Italia 1.

La carriera di Mosca si può ovviamente dividere in prima di Zico e dopo Zico. Prima della figuraccia rimediata con il fuoriclasse brasiliano, che al Processo del lunedì lo aveva accusato di essersi inventato un’intervista con lui (Mosca non se l’era totalmente inventata, ma aveva fatto un collage di interviste precedenti), Mosca era il giornalista della Gazzetta che spesso appariva in televisione. Dopo è stato soltanto Maurizio Mosca, una personalità straripante che oscurava chiunque apparisse insieme a lui in video.

Centinaia le sue frasi di culto, molte si possono trovare su You Tube anche se mancano gli esordi a Tele Alto Milanese nella memorabile (come del resto altri programmi di quell’emittente che turbò, per non dire masturbò, i sogni di una generazione) Ora di Mazzola, con il campione dell’Inter ed Elio Corno, ed altre apparizioni nel frizzante etere lombardo di fine Settanta-inizio Ottanta.

Punto di contatto fra il Mosca della carta stampata e quello televisivo, volontariamente e divinamente trash, il mensile Supergol, edito da Peruzzo, con le sue classifiche e le sue intuizioni che spesso ci troviamo, e non solo noi, a copiare nel 2020 senza nemmeno rendercene conto. Maurizio Mosca aveva capito prima e meglio di altri che parlare di calcio è più importante del calcio stesso: è vita, di ieri e di domani, per sopportare meglio l’oggi. Qualcosa per eterni bambini: come lui, come noi.

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