Animali
Vigili del fuoco la sera di Italia-Belgio
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2021-07-14
Vigili del fuoco che salvano un gatto in difficoltà durante Italia-Belgio di Euro 2020. È il titolo del classico articolo che leggiamo avidamente, perché amiamo le storie a lieto fine, i gatti, la cronaca locale e anche l’Italia, oltre ad essere cresciuti con il mito dei pompieri. Un po’ come il draghetto Grisù dei geniali fratelli Pagot, creatori anche di Calimero. In breve i fatti, vissuti personalmente qualche giorno fa a Santa Margherita Ligure, la sera di venerdì 2 luglio. Protagonista il nostro gatto, Biro: 19 anni e 2 mesi, una serie infinita di malanni e ultimamente anche gravi problemi alla vista. Per questo si muove poco, non va mai ad oltre un metro dalla ciotola. E non salta più, perché non vede il punto di arrivo. Tutti diventiamo vecchi, ovviamente, però in quelli che amiamo non lo accettiamo. Rimangono le carezze, che non sono mai troppe: si può dirlo anche senza fare i Giovanni XXIII della mutua.
Mentre stiamo studiando come piazzare la recinzione al terrazzo, un’ora prima della partita, Biro si ricorda di essere stato giovane e fa un salto insensato, davvero al buio, atterrando sul motore di un condizionatore al piano di sotto. Fortunato nella sfortuna, perché più in basso ci sono altri tre metri e l’ammortizzazione articolare da gatto non funziona più. Lo vediamo, spaventato e disorientato, ma non c’è spazio per calarsi e nemmeno l’angolazione giusta per recuperarlo con una rete. Dall’altra parte invece ci sarebbe lo spazio, ma sarebbe troppo alto anche con una scala. Disperati, chiamiamo chiunque ma la sfortuna è che quello sotto è un ufficio che non riaprirà prima di lunedì. Telefoniamo al 112, pronta risposta che ci direziona verso i Vigili del Fuoco di Rapallo. Spieghiamo il problema farfugliando, senza troppe speranze, in una serata così chissà quante chiamate avranno. E fra un incendio che può uccidere persone e la paura di un gatto cieco bisogna fare una scelta.
Le autopompe dei Vigili del Fuoco sono tutti fuori per interventi. Ma ci viene spiegato che appena liberati verranno anche da noi, ci viene anche detto che in caso di grande ritardo saremo avvertiti, per tranquillizzarci. Intanto continuiamo a parlare con Biro, per fargli sentire che ci siamo, mentre la partita sta per iniziare. A cinque minuti dall’inizio di Italia-Belgio una chiamata: “Stiamo arrivando, potete scendere in strada? Ci sono in giro troppe persone per la partita e non riusciamo a trovare il numero civico”. Scendiamo con il cuore in gola, mentre sui vari maxischermi dei bar è il momento dell’inno di Mameli. In questo momento che cosa può fregare al mondo di un gatto cieco?
Invece dopo qualche minuto i vigili arrivano, quattro ragazzi atletici che in due minuti risolvono il problema con un un capolavoro di equilibrismo: in pratica sfruttano tutta la propria altezza sommata a quella della scala estesa. Detta così è facile, noi ci saremmo ammazzati. Recuperano il gatto, che si è pisciato addosso per la paura, ed intanto parlano di calcio e di Italia-Belgio, che andranno a vedersi in caserma sperando non arrivino altre chiamate. Insomma, a guardare la partita ci tenevano. Non stava morendo nessuno, non era una situazione drammatica (se non per noi), avrebbero potuto arrivare alle 23 e Biro sarebbe stato ancora vivo. Però hanno fatto il loro dovere e non è affatto scontato, perché tante volte in altri contesti (anche in ospedali…) siamo stati testimoni di episodi di segno opposto. Ci hanno emozionato più di Barella e Insigne.