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Vent’anni da Barcelona
Alvaro Delmo 26/07/2012
Si chiama Survival l’inno delle Olimpiadi di Londra e lo cantano i Muse, band che in questi ultimi anni si è ritagliata uno spazio sempre maggiore tra i favori del pubblico fino appunto ad essere scelta per rappresentare musicalmente la più importante manifestazione sportiva dopo (o a pari merito con…) i Mondiali di Calcio.
Detto che la canzone non ci smuove particolarmente pur cercando di sorprendere con un marziale incedere di chitarra e un costrutto da musical, noi siamo emotivamente legati a ben altri inni olimpici a cominciare da Barcelona di Freddy Mercury e Montserrat Caballé. Composto dalla stessa voce dei Queen e uscito la prima volta nel 1987, epico e maestoso, si rivelò un incredibile successo che fece da colonna sonora all’estate 1992 (Mercury scomparve nel novembre 1991) contribuendo al traino della nuova immagine catalana – e non solo della relativa crema – all’estero.
Forse perché eravamo più giovani e spensierati il ricordo di quel brano (e di quella estate) è rimasto stampato in modo indelebile nella nostra mente fino ai giorni nostri, mentre i fasti e le esaltazioni di derivazione olimpica si stanno ormai purtroppo sbriciolando. A Barcellona del resto ci siamo stati diverse volte negli ultimi anni cogliendo il grande lavoro fatto per aprire ulteriormente la città nel modo migliore possibile a turismo e business. Tanto da essere spesso portata ad esempio rispetto alle sciagure italiche.
Nella capitale della Catalogna, già comunque con un’economia florida anche per via del porto, si sono quindi andati a svolgere sempre più fiere ed eventi aprendo tante possibilità di lavoro con la ciliegina sulla torta promozionale rappresentato dai trionfi blaugrana di Messi, Iniesta e soci. Un sogno che attualmente sembra però improvvisamente destinato a dissolversi o perlomeno a ridimensionarsi. Mai titolo potrebbe quindi rivelarsi più profetico di quello dell’inno cantato dai Muse visto che in vent’anni si è passati dai fasti dell’anno di Barcellona alla sopravvivenza di quello di Londra… Speriamo per tutti che alla fine vanga ricordata solo come una canzonetta.
P.S. Per chiudere alcuni suggerimenti per chi vuole riscoprire alcuni inni olimpici del passato. La prima segnalazione riguarda Olimpiada di Tõnis Mägi (Mosca 1980) alla quale si oppose Reach Out di Giorgio Moroder (Los Angeles 1984). Ancora il compositore italiano per i giochi di Seul 1988: la canzone si intitolava Hand in Hand per le voci dei Koreana. Da riascoltare infine anche Oceania (Atene 2004) eseguita da Björk.