Vacanze di Natale 2020, l’abolizione dello sci

23 Novembre 2020 di Indiscreto

A Natale sarà vietato anche sciare, nonostante lo sci non sia uno sport di contatto e nonostante nello sci sia molto facile limitare il numero delle persone sulle piste: basta vendere meno skipass giornalieri, magari la metà, e come per magia ci saranno metà delle persone su funivie, ovovie e seggiovie. Senza contare che chi scia è già naturalmente mascherinato, non si farebbe certo problemi nel mettersi addosso qualcosa in più rispetto al solito armamentario.

Va detto che il divieto di sci durante le vacanze di Natale (ma vacanze da che cosa? Nessuno fa più niente), potremmo già dire durante tutto l’inverno, non è soltanto l’ennesima trovata 5Stelle-PD per rimanere in sella fino al 2023 seminando il terrore, ma un orientamento europeo a prescindere dal colore politico perché comunque ad andare per sottrazione non si rischia di passare per imprudenti nella gestione della seconda, terza, quarta ondata di Covid. E comunque, finché si colpiscono le poche categorie che stanno sul mercato non si rischia elettoralmente niente: quale governo sarebbe spaventato da una manifestazione di noleggiatori di scarponi?

Si sta insomma cercando l’impossibile: far ripartire i consumi, Conte l’ha detto chiaramente, ed in questo senso vanno le possibili riaperture di dicembre di quasi tutti i negozi, anche con orario prolungato, ma al tempo stesso riducendo le occasioni di consumo. La maggior parte degli impiegati che lavora da casa aumenterà o ridurrà l’acquisto di vestiti? Di quanti televisori abbiamo bisogno, Black Friday o non Black Friday?

Tornando allo sci, bisogna dire che si tratta di uno sport che fra annessi e connessi (skipass, attrezzatura, spostamenti) è molto costoso e quindi permette di vivere a tante persone che magari non vengono collegate automaticamente allo sci. Abolirlo per decreto ci sembra sbagliato sotto ogni profilo. Siamo al livello dei ‘segnali’ per far capire che si fa sul serio.

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