Utilità della fidanzata cubana

14 Agosto 2014 di Dominique Antognoni

Polaroid numero uno da L’Avana: Plaza de la Revolucion è deserta a tutte le ore del giorno e della notte. Uno spazio infinito, mettiamo cinque volte la milanese piazza Duomo o sei volte la romana piazza Navona, tutto cemento e attorno dei grotteschi monumenti eretti subito dopo la catastrofe del 1959. Nemmeno i turisti scendono dal pullman e ancor meno le guide si prendono la briga di esaltare il posto. Il bus sembra che faccia una tappa obbligata e nulla più.

Polaroid numero due: davanti ad ogni banca e ufficio di cambio ci sono code infinite. I cubani, che anni fa stavano disciplinati in coda per lo zucchero, ora aspettano il proprio turno sotto un sole a dir poco cocente, per cambiare i Cuc in dollari (o viceversa, ma accade di rado). L’unica ideologia forte, anche qui, è il denaro.

Polaroid numero tre: il Malecon, famoso lungo mare di Avana, sembra una strada di Gaza dopo i bombardamenti. Zero persone e tanti palazzi fatiscenti che pensi siano abbandonati o in via di demolizione per costruire alberghi cinque stelle. I motivi però sono altri: la gente non può radunarsi sul Malecon perché Fidel (o chi per lui, ormai) lo ha proibito temendo che la gente, fra poco, possa scendere in strada per festeggiare la sua morte (qualcosa non torna, in Italia si legge ovunque che la gente è fidelista). In quanto ai palazzi, sono abitati da famiglie intere, nonostante possano crollare appena si alza il vento.

Polaroid numero quattro: un olandese, non troppo sveglio, racconta di aver perso 400.000 dollari (la cifra è giusta) per via di una fidanzata del posto. In pratica il furbacchione, di mestiere agente immobiliare, ha pensato di fare il colpaccio acquistando un palazzo intero ad un prezzo secondo lui giusto, immaginando succulenti guadagni fra qualche anno. Siccome la legge cubana vieta agli stranieri di acquistare e possedere immobili, ecco la soluzione di questo genio: dà i soldi alla fidanzata (sarebbe interessante capire quando si sono conosciuti, cioè due giorni prima o se lui fosse già stato lì parecchie volte), poi i due stipulano una scrittura privata fra di loro (furbo lui, eh) e così l’immobile nella zona Kholy, relativamente alla moda, diventa proprietà dell’olandese. Questo lo pensa lui, perché il giorno seguente lei si installa assieme a tutta la famiglia nella nuova dimora, mentre lui morirà con la scrittura privata fra le mani. L’atto di acquisto è a nome della ragazza, tutto il resto è operetta: forse lui andrà al tribunale internazionale, forse a Bruxelles, nel frattempo lei balla la salsa assieme a fratelli, zii, nonni, capre e cani. E magari a un fidanzato con addominali scolpiti meglio rispetto a quelli del flaccido olandese.

Polaroid numero cinque: la città vecchia è straordinaria, pulsa di romanticismo e storia, ci sono palazzi coloniali del VXII secolo trasformati in alberghi cinque stelle, l’atmosfera è fantastica, la sicurezza totale (la polizia difende e protegge lo straniero), insomma un paradiso: caffetterie, alberghi, ristorantini, negozi dove si acquistano e si fumano i sigari più pregiati al mondo.

Ecco la vera Avana di oggi: scaltrezza, voglia di arricchirsi, il passato che scompare per il disinteresse dei più. In una zona del centro ci sono anziani vestiti da Che Guevara pensando che le miriade di turisti faranno la gara a fotografarli: nemmeno mezzo scatto, i bei tempi sono andati. È finito anche il periodo dei cubani che nemmeno vedono la tv: possono entrare in qualsiasi bar, dove le tv (Samsung e altro, come se fossimo a Rimini) sono sintonizzate sulla BBC oppure la CNN. Ci sono perfino dei telefoni cellulari, addirittura iPhone, il che ci ha sorpreso assai: dubbia la provenienza, ma li abbiamo visti con i nostri occhi. Per la verità siamo anche rimasti spiazzati: non eravamo preparati nel vedere un cameriere di Cuba che chatta su WhatsApp. La fine del comunismo ha disorientato i comunisti, ma anche noi. Il turismo sessuale è fiorente ma non è più l’unica fonte di introiti per le donne, comunque in gran parte esteticamente discutibili (a meno che il criterio non sia quello del finchè respira va tutto bene). Ci sentiamo di sconsigliarlo, non per motivi etici ma perché non ne vale la pena.

I due bar entrati nella storia della città per via delle frequentazioni di Hemingway, Floridita e Bodeguita del Medio, sono presi d’assalto dalla mattina alla sera. I prezzi? 5 euro per un mojito alla Bodeguita e 5 per il daiquiri alla Floridita. Tutto in nero, perché si, le casse ci sono, però manca la voglia di fare lo scontrino (d’altronde perché mai farlo?). Se pensiamo che uno stipendio va dagli 8 ai 25 euro, immaginatevi quanto possano essere benestanti i barman ed i camerieri. Tutti con la bava alla bocca per i soldi, altro che revolucion. Nessuno ci crede, anzi, sarebbe bello poter chiedere agli abitanti dei palazzi fatiscenti come mai i cattivi capitalisti stanno con l’aria condizionata nei palazzi coloniali e spendono nei ristoranti mentre i comunisti buoni vivono al buio fra le macerie. Potevamo farlo noi, ma siamo andati per goderci i Cohiba e basta. Alla fin fine ognuno vive come merita o, se vogliamo, come meglio crede.

Ci sono mille sfumature in una città con un passato splendido e un presente arrestato più di mezzo secolo fa dai satrapi rossi. La sensazione che ci hanno raccontato i residenti è che il futuro possa essere luminoso, anche con quel che rimane del partito unico. Alla gente importa poco della politica, vuole solo poter spendere (e prima ancora guadagnare) in santa pace. Ci sono ormai quasi tutti i grandi player del mercato mondiale, basta avere i soldi: Nestlé, Coca Cola e tanti altri. Vale più la gioia di una lattina fresca che ascoltare un tedioso discorso sul socialismo o anche, ammettiamolo, sulla democrazia. Probabilmente ci sarà una specie di accordo tacito fra lo stato e la popolazione: noi non ci immischiamo nei vostri piccoli affari commerciali e nelle vostre tasche, voi non mettete becco nelle scelte politiche. Sarebbe la situazione ideale per un paese che, visto il misto di comunismo e clima tropicale, non eccelle per grinta e voglia di lavorare. Per concludere, qualche prezzo: cena con filetto di maiale massimo due euro, il caffè va dai 60 centesimi all’euro, una bibita idem, stanza in albergo cinque stelle (non aspettatevi però il Four Seasons) non più di 70-80. Il capitolo donne non è comunque esaurito: come dicono quelli bravi, appuntamento alla prossima puntata.

Dominique Antognoni, da Cuba

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