Un’emozione da tanto

12 Dicembre 2009 di Alvaro Delmo

di Alvaro Delmo

Trent’anni di Anna Oxa, da un secondo posto da adolescente a Sanremo fino alla recente svolta etnica. Passando per un numero enorme di successi ignorati da chi pensa di fare opinione…

Quando abbiamo deciso di parlare di Anna Oxa pensavamo di impostare il nostro intervento partendo dal suo folgorante esordio del 1978 con l’indimenticabile Un’emozione da poco (secondo posto a Sanremo). All’ultimo, facendo un po’ di ricerche, siamo invece rimasti ipnotizzati da una sua recentissima esibizione in terra croata dove è stata accolta in modo trionfale dal pubblico locale in occasione di uno spettacolo dal vivo con il tenore Ivo Gamulin Gianni. In particolare ci ha colpiti la reinterpretatazione di E’ tutto un attimo, che con l’accompagnamento di una grande orchestra è stata completamente stravolta rispetto all’originale del 1986 assumendo nuova veste sinfonica. Anna Oxa l’avevamo persa di vista da qualche tempo ed è stato un po’ un tuffo nel passato rivederla, seppure con un look completamente diverso rispetto all’epoca, ossia opposto al periodo biondo platino che ha caratterizzato una parte importante della sua camaleontica carriera e in particolare gli anni ’80.
Per noi adolescenti di allora la giovane italo-albanese rappresentava una bellezza molto misteriosa, provocante negli atteggiamenti e affascinante nelle movenze e uso della voce, capace di toni bassi così come acutissimi. Erano gli anni delle grandi rivalità con Rettore, Loredana Bertè e Marcella Bella, per una delle interpreti più sottovalutate d’Italia nonostante un repertorio pop di primo piano. Senza a dire il vero essere mai particolarmente aiutata dalla critica, sempre avara nei confronti dei nostri talenti ma prontissima ad applaudire i cosiddetti fenomeni d’oltreconfine.
Se guardiamo ai suoi inizi era già evidente che il personaggio Oxa c’era e bucava il video. Brani come la già citata Un’emozione da poco (autore Ivano Fossati), Toledo, Fatelo con me, Pagliaccio Azzurro, erano solo il primo assaggio di una carriera appena sbocciata ma già con una certa visibilità sui media ingolositi dal poter proporre una ragazzina così provocatoria e talentuosa. Nel 1982 Anna spiazzò però tutti, diventando bionda e presentando a Sanremo un brano del miglior Mario Lavezzi, quella Io no che nei nostri pomeriggi delle medie ci faceva compagnia grazie un video dove dominavano viso e bocca che prometteva: “e potrai scaldarti pure tu”. Dello stesso anno una delle nostre preferite, Fammi ridere un po’ che diede il là ha una cavalcata di canzoni come Non scendoEclissi totaleParlami, Senza di meA lei, E’ tutto un attimo, Quando nasce un amore fino al trionfo di Sanremo 1989 con Ti lascerò.
Tutte canzoni impreziosite da una vocalità limpida e potente ma anche dalle diverse trasformazioni che Anna portò sul palco negli anni ’80 chiusi con quello che è stato probabilmente il suo album di maggior successo, Tutti i brividi del mondo, frutto della collaborazione con i New Trolls. Da ricordare, in tema di look, il clamore destato in tal senso dalla famigerata tuta aderente del 1985 ma anche dalla ‘mutanda’ che Senza pietà nel 1999 sbucava dai pantaloni mentre veniva introdotta sul palco dall’astronauta Edwin Aldrin, apparentemente frastornato dall’aspetto della Oxa.
Del resto fin dagli esordi la sua è sempre stata una presenza scenica notevole che le ha anche consentito qualche fortunata incursione nel varietà televisivo (su tutti il Fantastico 1988 con Montesano dove interpretò anche alcune divertenti gag). Su di lei si potrebbero aggiungere ancora molte cose, parlare maggiormente degli anni ’90 e 2000 (al di là di Senza Pietà) caratterizzati ancora da dischi importanti (comprese un paio di raccolte dedicate ai cantautori quando le cover non erano ancora la regola), incursioni sui mercati latini e ulteriori trasformazioni precedenti la svolta etnica e più ricercata degli ultimi anni. Ma andremmo troppo per le lunghe. Prima di chiudere concedeteci però un video di culto, lo storico spot per un noto produttore di calze… allora quel primo piano finale ci aveva letteralmente stregati!
Alvaro Delmo
(in esclusiva per Indiscreto)

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