Undici Florenzi alla Roma

30 Gennaio 2020 di Indiscreto

Alessandro Florenzi è stato letteralmente regalato dalla Roma al Valencia, cinque mesi di prestito gratuito e un diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro ma evidentemente trattabile visto tutto ciò che ha fatto il club giallorosso per scaricare il suo capitano. L’ultimo capitano ceduto con un contratto ancora in essere era stato Di Bartolomei nel 1984, quando aveva seguito Liedholm al Milan.

Florenzi, romano e romanista, lascia così la sua unica squadra (tolta la parentesi in prestito a Crotone) senza che nessuno in questa fase di di transizione verso Friedkin si sia preso la briga di spiegare il perché. Certo la Curva Sud non lo amava, ma così era fin dai tempi di Di Francesco e del rinnovo del contratto.

La differenza con i casi di Totti (non un simpatizzante di Florenzi) e De Rossi è quindi evidente e non soltanto per la differente cilindrata dei personaggi, al di là del fatto che Florenzi sia un giocatore della Nazionale e intenda rimanerlo. Da una parte due icone sfiatate che non avevano voglia di ritirarsi ed avevano media e tifosi dalla loro parte, dall’altra un giocatore bravo ma normale nel pieno della carriera, senza cantori o ultras.

Cosa stiamo cercando di dire? Che la nostra Roma (ma applichiamo il concetto a qualsiasi squadra del mondo) ideale dovrebbe avere in campo almeno sei Florenzi (magari 4 Florenzi, un Totti e un De Rossi: perché i Florenzi li puoi costruire, i Totti no), con il sogno di undici, più alcuni campioni presi altrove. Poi certo, c’è Lorenzo Pellegrini: ma ad un concessionario Toyota americano cosa gliene fregherà?

Soprattutto volevamo dire che lo scarso interesse di gran parte della tifoseria per la vicenda sia significativo: le bandiere non esistono più e gran parte delle persone ha accettato questa realtà, che combattano per noi i nostri soldati oppure undici mercenari è per molti la stessa cosa. La Roma di adesso, ma anche la Juventus o il Napoli o l’Inter, potrebbero tranquillamente essere squadre spagnole o tedesche. Ridateci Cantù che vinceva le Coppe dei Campioni con i ragazzi dell’oratorio e due americani, il resto è uno spettacolo e nemmeno dei migliori.

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