Una bandiera ammaina l’altra

17 Febbraio 2009 di Paolo Ziliani

di Paolo Ziliani

Domanda da un milione di dollari: voi la vedete una Juventus che nel 2009-2010 fa giocare assieme Del Piero e Cassano, naturalmente accanto all’Amauri (o al Trezeguet) della situazione? A noi sembra un po’ azzardato, e forse non solo a noi. E però, è di queste ore la dichiarazione di Cobolli Gigli, presidente bianconero, che testualmente dice: “Cassano è un ragazzo che sta diventando uomo, è simpatico e divertente e ha sempre la capacità di trovarsi a suo agio. E poi è un ottimo giocatore. Il d.s. Secco ci ha parlato dei potenziali acquisti per giugno e Cassano è sicuramente un nome su cui stiamo ragionando”. Ed è di queste ore la dichiarazione di Gigi Buffon che a precisa domanda: lo vorrebbe Cassano alla Juve?, ha risposto: “Non sono ancora dirigente. Ma è indicativo che i tifosi lo abbiano applaudito. Antonio è sempre sotto la lente d’ingrandimento e a livello comportamentale è migliorato” (La Gazzetta dello Sport, martedì 17 febbraio). Si dice che Juve e Sampdoria abbiano già avviato la trattativa sulla base di uno scambio con Giovinco più 15 milioni. Tutto normale? Forse sì. O forse no, pensando a come la prenderebbe Del Piero. Se l’operazione andasse in porto.
A ben guardare, infatti, la vera notizia – in questa telenovela juventina dell’Anno III d.M. (dopo Moggi) – non è tanto il ritorno di fiamma verso Cassano, bensì la discesa in campo di Buffon a fianco della dirigenza nel “benedire” il possibile acquisto. Un acquisto che sarebbe altamente indigesto a Del Piero, che ha 34 anni e 3 mesi contro i 26 anni e 7 mesi di Cassano. Che non essendo Giovinco, non verrebbe certo alla Juve per andare in panchina e giocare una partita su cinque. Cassano verrebbe per giocare. E Cassano che gioca significa – lo capirebbe anche un bambino – Del Piero che sta fuori.
Che sta succedendo, dunque, alla Juventus? È forse in atto una sotterranea guerra di leadership tra le due bandiere, quella storica di Del Piero e quella “new age” di Buffon, con il portiere e la società che si prendono a braccetto facendosi ognuno parafulmine dell’altro? E se Buffon “benedice” la trattativa-Cassano, si limita a dispensare un parere tecnico oppure fa molto di più: per capirci, pone le basi per l’avvio dell’operazione rimozione dell’amatissimo (e ingombrante?) capitan Alex?
Pochi ci hanno fatto caso, ma all’indomani della sconfitta di Udine (mercoledì 28 gennaio), sul Corriere della Sera uscì un pezzo durissimo nei confronti di Del Piero. Particolare importante: l’articolo (“L’ultima conquista di Del Piero: addio alla panchina” con sottotitolo: “Il retroscena: il capitano della Juventus non vuole essere sostituito ma neanche cominciare da riserva, così resta a casa”) portava la firma di Roberto Perrone e cioè del giornalista-scrittore che ha curato la biografia di Buffon uscita a novembre per Rizzoli col titolo “Numero 1”. Ne riportiamo uno stralcio.
“… il passaggio a vuoto di ottobre ha indebolito Ranieri, finito sotto assedio di tifosi e stampa. Del Piero ha offerto un patto per risalire, ma ha dettato condizioni. Da allora, si sceglie i turni di riposo. Ha saltato Bologna, Lecce e Udine (e prima della crisi, Cagliari) ufficialmente per infortunio: si fa male solo prima di partite con squadre di medio-bassa classifica in trasferta? Non solo. È andato in panchina solo una volta, nell’unica partita che non contava nulla, l’ultima del girone di Champions (in casa) col Bate Borisov. Del Piero non fa più panchina, a meno che non lo decida lui, altrimenti sta a casa. E comunque si irrita se Ranieri prova a sostituirlo. Ma se può, l’allenatore evita, ricordando la scarica di insulti ricevuta dopo Napoli per il cambio con De Ceglie. Allora, chi ci guadagna tra Juve e Del Piero?”. E l’articolista amico di Buffon a un certo punto si domanda: “Ma i fatti di Udine invitano a chiedersi se l’autogestione di Del Piero, diventata oggetto di culto e di studio, sia veramente utile alla Juve o solo a Del Piero”.
Mica male come cannonata, non vi pare? Specie pensando al feeling che lega da tempo il bravissimo giornalista del Corriere della Sera e il portiere juventino, che in coppia, il 14 novembre, avevano presentato in via Solferino la biografia “Numero 1”. Altra domanda da un milione di dollari: se diciamo che l’articolo anti-Del Piero del Corriere della Sera sia uscito col benestare di Buffon – o comunque non gli abbia fatto dispiacere – diciamo una balla o ci avviciniamo al vero? Noi un’idea su come la pensi la società – e con essa Buffon – sul capitano Ale che in questo campionato ha segnato, su azione, la bellezza di 1 (un) gol, ce l’abbiamo.
Naturalmente, potremmo sbagliarci. Ma come diceva quello: a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.
(per gentile concessione dell’autore, fonte: http://www.paoloziliani.it/)
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