Atletica
Un Mondiale con Melli
Oscar Eleni 01/07/2019
Oscar Eleni in fuga e in discesa sullo scivolo più lungo del mondo nell’isola malese di Penang, stato di Malacca. Dopo aver visitato il tempio della misericordia abbiamo lasciato in pegno una poesia di Elio Pecora che fotografa uno stato d’animo, adesso che il Pagnoni non dirige più la pagina sportiva del Giornale, svuotata nel tempo, dopo la rivelazione Grandini e la rivoluzione di Alfio Caruso.
Solitudine gente e allora zampillano i gialli, i viola… sotto la luna amaranto. Un giglio immenso, un’ortensia, un ibisco…campi arsi. Cercavamo il silenzio, ma prevale la rabbia adesso che la Virtus ha congedato il Tarozzi che dava un’anima davvero bolognese all’ufficio stampa.
Se ne vanno tutti, non ci resta che piangere, dopo aver felicemente esplorato mondi nuovi, cominciando dalla nazionale femminile di calcio, ma anche quello della under 21 del Di Biagio che ha cercato di far capire come si deve fare per non rovinare chi crede che basti il talento per riuscire, salvo poi trovarsi circondato da parassiti in un privato di una mefitica discoteca. Esempi? Quanti ne volete, mentre leggiamo stupiti, adesso se non leggi di mercato, delle illusioni sei uno zombi per l’estate in città, che a Parma s’interrogano sul compenso per Balotelli che, così, ad occhio, sembra davvero esagerato.
Se facciamo squadra, dicono a Milano, a Cortina, nei partiti che adesso contano, l’Italia vince, libera tutto, pazienza se poco sportiva e molto sguaiata, ma se ci esaltiamo troppo, prendiamo un probabile campione e lo immergiamo nella fontana degli adulatori allora capita che le cose non vadano come previsto. Chiedete in Ferrari dopo i test prima dei gran premi veri. Senza esagerare vorremmo anche chiedere a Candide Tortu, gioiello vero, se pensa di camminare sul sentiero giusto con tutto questo ronzio sul ragazzo più veloce d’Italia che al momento è qualche metro dietro ai migliori del mondo, ma forse anche d’Europa. Come le televisioni volpine davanti all’uva imprendibile vediamo nascere e morire atleti dotati, ma non ancora vaccinati. Prendiamo Zaniolo, Kean, li facciamo diventare re quando ancora non sono neppure principi ereditari. Confusione mentre lorsignori palleggiano con le plusvalenze e le ballerine non sanno più chi è il padrone di cosa. Domandare a Palermo per il calcio, ad Avellino per il basket dove non tutti stanno bene per fare un campionato a 18 squadre.
Mentre siamo incantati dal quattrocentista Davide Re, il primo italiano sotto i 45”, adesso che siamo incuriositi dai progressi dell’ostacolista Luminosa Bogliolo, non vorremmo che alla FIDAL si sentissero troppo tranquilli. Come dice il Perboni, meglio un La Torre furente e incazzato. Passi lenti, meglio se all’altezza svizzera di La Chaux-dé-Fonds, meglio se nel magistero di Rieti o Formia, meglio dove si lavora e si condivide.
Meglio la moderazione, il silenzio, piangendo gli amici e i campioni che se sono andati come Justo Bonetto mano santa. Meglio guardare al lavoro da fare, senza compiacersi di quello fatto e per atletica e nuoto, magari anche domani per le cestiste all’europeo contro la Russia: gli esami saranno molto severi nel Mondiale tardivo.
Mentre Ettore Messina disegna in silenzio la sua Armani, dopo aver inserito nella squadra tecnica Tom Bialaszewski, 37 anni, molte consonanti, ma anche molte qualità se il grande Steve Nash dice di lui che il suo unico limite sarà il cielo, non ci accorgiamo del Borghi che porta oltre 100 bambini ad ascoltare il Nano Ghiacciato che intanto sforna libri, non facciamo caso alla bella idea di Sacripanti e della Cremascoli per un’accademia estiva dove chi ha voglia può curare i suoi difetti. Ci lavoreranno anche Boniciolli, Frates, Ramagli. Umiltà, gente. Lavoro. Infatti neanche una riga sui giornaloni.
Quello che hanno fatto le ragazze della Bertolini e il testa quadra quasi conterraneo Nicolò Melli che troverà la NBA prima di qualche suo ex compagno fanfarone e pieno di pretese. Lo vogliono i Pellicani a New Orleans dove hanno preso anche la prima scelta Zion Williamson. Dollaroni, ma non è questo che conta se vuoi essere vero zogador, come diceva Rocco. Siamo felici per la scelta di Melli, nella speranza che la nuova franchigia non gli faccia saltare il Mondiale in Cina.
Abbiamo bisogno del meglio per tentare di stare oltre la linea grigia di un Mondiale allargato. I migliori, ma soprattutto gente che stia bene insieme e non si porti dietro la corte dei correttori di pagelle, dei famigli che con uno sguardo fanno capire se è il caso di ascoltare l’allenatore, la corte degli sponsor che devono vendere il “prodotto”, capaci di far credere che dietro all’avaro si nasconde un grande generoso. Fate una carezza ai vostri bambini. Lo diceva un Papa e gli credevi. A questi ricconi dello sport, invece, non sai mai se dare credito perché nelle famose partite del cuore il monte dei lasciti dovrebbe essere già alto in partenza per la loro generosità. Un giorno ci daranno il resoconto del versato e del costruito, così come un giorno la Lega ci darà la lista dei compensi dichiarati dalle società. Per adesso dobbiamo credere sulla parola, anche di chi bacia dieci volte la maglia davanti alla curva guidata, come sappiamo, non da nullatenenti, ma alla prima offerta generosa dice scusatemi. Normale. Professionismo. Allora perché tante moine, recite.
Soldi, soldi, soldi. La Cina chiama, il Giappone vuol rapire Cooley a Sassari, ma anche Venezia, come faceva Milano un tempo coi senesi, stuzzica il Polonara appena sconfitto nella finale scudetto con Sassari. Aspettando l’aria condizionata al Taliercio, dove, siamo sicuri, lo sportivissimo sindaco, abbatterà anche la gabbia infame per i tifosi ospiti, ci auguriamo che la Lega vigili meglio di chi ha riaperto la stazione metrò romana di piazza Repubblica dopo 246 giorni per lavori ad una scala mobile che sembra sempre ferma. A giorni sapremo chi ha i conti in regola, non dovrebbero neppure tardare le convocazioni per la Nazionale da mandare in Trentino dove ululano furenti contro le squadre di calcio che hanno tradito come la Roma con Pinzolo.
Voti liofilizzati.
10 Alla Bertolini per quello che ha detto e fatto, per come lo ha detto e lo ha fatto con le azzurre del calcio.
9 A Re che ci porta in un mondo nuovo andando sotto i 45” nei 400.
8 A Melli per essere approdato alla grande NBA coi Pelicans nella città del jazz.
7 A Sacripanti per l’Academy che cura i difetti di giocatori spesso intontiti dalle lavagne, mai fatti sudare davvero sulle loro debolezze.
6 Alle ragazze del 3 contro 3 che si sono guadagnate l’Europeo mentre i maschi erano eliminati. Anche se facciamo sempre fatica a credere che il tre contro tre sarà alle Olimpiadi, ma del resto ci hanno messo pure la breakdance.
5 Al Gallinari che pensa di confortarci dicendo che sarà un’Italia del basket da podio mondiale.
4 Alla giudicante che ci ha messo così tanto per dirci che Calvani, oltre che bravo allenatore, è anche un galantuomo. Lo sapevamo.
3 Ad Ergin Ataman che ha portato via ad Obradovic e al Fenerbahce anche il titolo turco dopo la finale di eurolega.
2 A SKY che si ricorda di aver venduto in passato molti abbonamenti per il basket adesso che serve così bene la nazionale femminile e poi farà lo stesso con quella maschile presentandola addirittura in studio a Rogoredo. Peccato i lunghi silenzi su un campionato venduto ad altri.
1 Ad Avellino se non troverà una via d’uscita per la squadra di basket che sembrava già costruita bene.
0 A Zaniolo e Kean, ai loro imitatori nel basket, se non capiranno che si può finire a danzare sul tetto di un auto, credendo di essere speciali.