Un Djokovic minore per un brutto Roland Garros
5 Giugno 2016
di Indiscreto
Novak Djokovic ha il suo Grande Slam, per adesso Career Slam. Forse l’edizione 2016 non era l’ultima occasione della vita per vincere il Roland Garros, però lui e Andy Murray hanno a 29 anni giustamente giocato come se lo fosse. Nervosissimi e autocritici anche più del solito, hanno mostrato un tennis che per i loro livelli è trattenuto, scendendo di livello rispetto a tutti i singoli punti di forza. In particolare Murray non ha avuto un servizio degno del ‘nuovo’ Murray e dopo aver vinto il primo set i suoi game di battuta sono quasi sempre stati incerti. Ma lo scozzese ha sotterrato anche molti rovesci incrociati, di solito sua arma letale, così come il serbo ha trovato soltanto a tratti la misura del dritto. Dopo 35 sfide nel tennis dei grandi, seguite alle innumerevoli in quello giovanile vissuto da coetanei quasi perfetti, gli strumenti per giudicare un Djokovic-Murray senza fare gli snobbettini ci sono tutti. Già che ci siamo, diciamo anche che è stata per il Roland Garros una bruttissima edizione, sia al maschile che al femminile, con due finali annunciatissime a cui ci si è avvicinati fra pioggia, ritardi, calo di pubblico, controprestazioni degli altri (pochi) favoriti, sciagure mediatiche (come giudicare le assenze per motivi diversi di Federer e Sharapova, unite all’infortunio di Nadal?) e un altro rinvio della presa del potere da parte della Next Generation maschile, che ha mandato ai piani alti soltanto un Thiem che rappresenta una delle poche grandi speranze contro il tennis robotizzato. Continua sul Guerin Sportivo.
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