U2 bolliti al buffet

19 Settembre 2014 di Stefano Olivari

La vicenda degli U2 vendutisi ad Apple, che con il lancio dell’iPhone 6 ha regalato ai suoi utenti il nuovo album del gruppo irlandese, si presta a molte discussioni tranne che a quella finanziaria: 100 milioni di dollari per un disco, sulla fiducia, li otterrebbe solo Michael Jackson se uscisse dalla tomba e proponesse Thriller 2. Ma non esistono solo i soldi, che peraltro Bono e compagni avevano già in abbondanza anche prima della geniale (davvero, una mossa di marketing di cui si parlerà per anni e che alla fine ripagherà dell’investimento fatto) idea di Tim Cook. Perché un gruppo che musicalmente è più finito dell’ospite medio di Carlo Conti ha offeso la sua storia, entrando di forza nel cloud di tutti noi utenti di iTunes? Che poi Songs of innocence sia stato ascoltato da quasi 40 milioni di persone (fonti Apple e Bono, come si può controllare?), mentre scriviamo queste righe, significa poco: è la stessa logica del buffet al villaggio vacanze o alla conferenza stampa. È tutto già pagato, o meglio ancora gratis, quindi perché non mangiarlo? Never refuse a free meal, la storica frase di Bob McAdoo ricordata da Franco Casalini in E via… verso una nuova avventura!, uno dei più grandi successi editoriali di Indiscreto (smarchettiamo senza problemi, in fondo degli U2 siamo stati fan fin dai tempi di Boy). La risposta è semplice: nessuno vende più dischi e anche i mostri sacri sono in difficoltà. Per arrivare a 100 milioni di dollari di incassi gli U2 avrebbero dovuto vendere, ma vendere sul serio, almeno quanto finora è stato ascoltato giusto perché c’era già sulla nuvola. Un termine di paragone credibile possono essere le vendite del non memorabile No line on the horizon, il precedente album: 5 milioni dichiarati. Conclusione? Gli U2 non credono più nella loro capacità di produrre canzoni di successo ed è difficile dargli torto, del resto Del Piero e Materazzi sono in India e non nel Real Madrid. La scelta di monetizzare e di assicurarsi, sia pure pettinando il tutto da nuova frontiera della comunicazione e addirittura della discografia (lavori solo se hai lo sponsor, come in Formula 1 o nel Medio Evo: il pubblico non conta più, basta che il signorotto o il cardinale ti prendano in simpatia), è quindi umana ma deve mettere in conto anche la perdita di una certa aura. Poi continueremo ad apprezzare la brunetta dei Ricchi e Poveri (‘brunetta dei Ricchi e Poveri’ non lo si leggeva da 40 anni, sul web dovremmo essere quindi i primi ad usare questa espressione) nonostante lo spot per UnipolSai o Fiordaliso nonostante il Kilocal donna. E quindi anche gli U2. Però Angela e Marina, fino a prova contraria, non si sono mai inchinate in mondovisione di fronte al signor Unipol o al signor Kilocal come abbiamo visto fare a Bono la settimana scorsa a Cupertino mentre dietro di loro The Edge e Larry Mullen ridacchiavano.

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