Basket
Tutti a Scola
Oscar Eleni 30/09/2019
Oscar Eleni dalla base antartica Concordia, dove ha portato Giampaolo e Messina, due sceriffi che a Milano dovevano cambiare tanto ma che nell’ultima domenica sono rimasti nudi fra i calcinacci di San Siro e le puzze del Forum.
Viaggio di studio leggendo il libro di Marco Buttu, l’ingegnere della Barbagia che per sopravvivere nel Marte bianco faceva yoga. Visto che lavorava anche al software di Sardinia Radio Telescope forse ci permetterà di captare immagini della marcia imperiosa di Sassari e di Pozzecco nella domenica dei Mondiali traditi.
Dal tempo quello del ciclismo nello Yorkshire, non certo dalla gente che ama tutto lo sport, che ha cultura della vera competizione sportiva come si capisce sempre andando a gareggiare in Gran Bretagna. Quello dell’atletica in Qatar dal caldo, dall’avidità di chi ha preferito i soldi a tutto il resto. Nell’acqua inglese la meraviglia tradita di Trentin e Cassani, grandissimi; nella fornace di Doha gli spalti vuoti per tre gare stupende: il triplo, i 100 dell’immortale Fraser, l’asta della russa Sidorova che non può indossare la sua maglia nazionale per il doping di stato.
A proposito, cosa hanno preso quelli che hanno portato il Mondiale nell’inferno? Quanti controlli hanno saltato dicendo di essere sulla terra e invece camminavano sulla luna dei banchieri? Il ciclismo, comunque, ha avuto la sua bella copertura televisiva, mentre l’atletica è finita in coda, in ritardo. Peccato non avere, come i ciclisti, lo sfogo di Eurosport. Mediaset e SKY neanche ci pensano, loro spendono solo per il balun e i motori.
Vedere il giro d’onore delle velociste sventolando vessilli e tribune vuote ci ha fatto più male della maratona con svenimenti, della marcia con collassi pur gioiosa per la bocconiana Giorgi allenata dal Perricelli figlio di Pastorini, due giganti, del dopo gara sui 100 maschili dove finalmente avevamo il nostro meraviglioso Tortu perché Filippo, sempre solare, bravo, ci ha fatto capire che anche la sua età dell’innocenza è finita quando ha ripetuto per tre volte che ringraziava il suo staff. Tempi moderni, come direbbe il geniale Rovazzi che ci ha consolato per la crisi di like chiarendo a se stesso e ai narcisi che spesso non hanno neppure valore umano.
Sì, lo so, volete un po’ di basket a colazione. Giornata tempestosa per i 60 anni di Messina, certo non capita a tutti di fare un salto nel buio e trovarsi dall’altra parte un regalo come Luis Scola. Potere di Armani, scelta umana condividibile perché hanno preso un vero hombre vertical, argentino nella città che saprà onorarlo, anche se il futuro è altrove.
Messina e le sue incazzature così ben raccontate al Corriere anche se sappiamo bene che pure le formiche , nel loro piccolo, s’incazzano. Impressione da fuori, mentre Brescia incantava, con Esposito che sembra aver fatto persino un passo avanti ascoltando anche i suoi assistenti? Occhi da pecora, non certo da tigre, tirando senza dare al pallone un’anima: lavoro e basta con quell’allenatore rompi che ci prosciuga in difesa. Equivoci all’inizio di un rapporto che funzionava, senza sconfitte in precampionato.
Dopo questo scivolone sapremo se rispetto al muro di marzapane che c’era prima ora hanno fatto una loro Maginot. Lo capiremo subito nella prima di eurolega a Monaco dove sembrava che l’Armani fosse già passata per assaggiare tutte le birre dell’Oktoberfest, un mondo speciale che un tempo era la delizia e la felicità di Aldo Allievi, l’uomo della grande Cantù che ancora festeggia l’esordio del veterano Pancotto sul campo di Brindisi che poi è andata a sfogarsi a Roma contro il povero Bucchi che deve fare davvero fatica a mettere insieme una squadra costruita senza cemento armato, con molto amianto intorno.
Sì, certo, vorremmo tutti che Messina portasse la Milano più ricca nel cuore della balena miliardaria dell’Uleb, l’Europa grande, la nostra NBA spesso anche più gradevole, almeno così era fino all’anno scorso, vedremo adesso con 18 squadre. I soldi, segui quelli e saprai spiegarti tante cose. Per questo siamo andati ai meno 57 dell’Antartide dove il nostro ingegnere faceva yoga per credere di essere in un paradiso con tante vestali.
Al freddo Giampaolo si chiederà perché Berlusconi ha dovuto dichiarare che non l’aveva consigliato lui, mentre Messina avrà cercato un collegamento con il suo Manu Ginobili e con Boscia Tanjevic che in Cina hanno visto Scola. Certo il grande Mahatma che ora vive a Trieste deve aver risolto i problemi personali se era al Mondiale, o forse è vero quello che dicono i muri: ma quali problemi? Formuletta per scaricare. La verità fa male a tutti.
Nascondersi sembra un po’ come quelli che inventano nuovi partiti tanto per dire: qui comando io e allora i ragazzi del Tam Tam di Antonelli stiano in provincia, la legge non li vuole, noi non andiamo contro la legge, uhm, sopra quel livello “Prima gli italiani”, accidenti questi ci hanno davvero capito, diranno in certe latrine politiche, anche se poi questi italiani da privilegiare, spesso, sarebbero da mandare a rieducarsi in veri campi lavoro: tecnica a tutte le ore, cibo sano, niente telefonini e agenti. Sogni nella luce dell’Antartide.
Pagelle dopo due giornate di basket giocate oltre i giardini del comprensibile perché la Varese bastonata in casa da Sassari non poteva essere la stessa vista sbriciolare Trieste nella sua tana, e la stessa Brescia bellissima di Milano appariva molto differente da quella che aveva vinto soltanto alla fine con Reggio Emilia che ha perso un’altra volata contro la creatura del suo nuovo allenatore, quella Trento dove Ale Gentile può fare l’americano e Andrea Mezzanotte, bel talento con tiro da tre, gli ha fatto capire che i tormenti dell’anno scorso lo hanno fatto maturare.
A proposito di Gentile e del suo arrivo nel nido dell’Aquila, siamo tutti felici, anche se ci aspettavamo che in Eurolega qualcuno pensasse a lui, no nella NBA non c’era davvero posto e sbagliavano quelli che lo illudevano. Ci ha stupito però la piaggeria dei soliti noti per annunciare il colpo del neo federale Trainotti: sarà il più pagato nella storia di Trento. Un merito, un carico, un modo per dire volevo, ma non ho potuto?
Dicevamo dei voti per un viaggio appena iniziato mangiando spezzatino nella prima giornata e prendendo un amaro corroborante nella seconda.
10 Al POPOLO FORTITUDO nel giorno in cui la neopromossa di Antimo Martino ha battuto i campioni d’Italia sempre a nervi scoperti. Ci mancavano. Ora il difficile sarà andare avanti perché la squadra è fatta per una battaglia di media classifica.
9 Ad Artiglio CAJA perché, lo confessiamo, dopo la prima contro Sassari, leggendo i nomi dei giocatori che gli avevano dato, pensavamo fosse condannato al veleno. Lo ha invece iniettato nel corpo non sanissimo di Trieste. Ci dispiace per Dalmasson e la città, speriamo si curino in fretta.
8 Al CAIN bresciano nel giorno del capolavoro di Esposito. L’anno scorso era la spina dorsale della bella Varese, ora lo sarà di questa Brescia dove Luca Vitali trova sempre i colori per i quadri più belli, tocco che aveva smarrito con Azzurra Fremebonda e non era colpa di Sacchetti.
7 Agli ALLENATORI ITALIANI che lavorano all’estero, oro Scariolo, Trinchieri, Banchi, perché al gruppo si è aggiunto il più romantico di tutti, il Boniciolli che è andato ad allenare in una scuola dell’Indiana, non tanti chilometri dal college dove gioca il figlio che, però, per le regole dei borsisti, potrà vedere solo da gennaio. Buon viaggio Matteo, non ti meritavamo.
6 Ad ARMANI perché per i 60 anni del suo presidente allenatore invece di mandargli carbone ha preferito regalargli Luis Scola. Avercene di papà così affettuosi.
5 A TREVISO se dovesse scoraggiarsi dopo aver trovato due scogli difficili all’inizio: società, ambiente, allenatore. Garanzie.
4 Ai francesi di LE MANS che ci hanno fatto diventare invidiosi perché hanno onorato i grandi Manceaux e fra questi Arturo Kenney che Milano ricorda sempre perché in campo dava tutto e fuori era un gentiluomo.
3 Al DELLA VALLE che continua a battere in testa. Sì, è vero, Pianigiani con lui fu Erode, ma Sacchetti per tenerlo in nazionale ha litigato con tanti e Messina non è certo uno che nega ai volonterosi la possibilità di provarsi, come dimostra Moraschini, anche se contro Brescia era uno dei tanti fantasmini del Forum.
2 A VENEZIA se si faranno prendere dalla sindrome di chi vede nemici oltre ogni canestro: erano furenti in Coppa Italia, lo sono diventati nel recupero finale da meno 13 contro la Fortitudo. Vero che anche l’anno scorso si cibavano di questo veleno e sapete come è andata finire.
1 A ROMA e PESARO due società che hanno fatto storia se si faranno prendere dalla depressione. Certo fa rabbia sapere che Costa e Toti non trovano compagni di viaggio che possano garantire almeno una dolce primavera.
0 Alla RAI che ha tolto il basket di Time Out per piaggeria, disinteresse. A SKY e MEDIASET che pensano davvero di avere ragione se al basket danno briciole per ripicca perché nella modesta asta legaiola hanno offerto bruscolini. Il peggio, adesso, è che qualcuno nel basket, spinge per una rete di LEGA, condannandoci alle bestemmie che ci aiutano sempre a non capire perché un sito deve essere così complicato, bello a vedersi, difficile da consultare e lo diciamo prima del ricovero che ci condannerà a scoprire il basket altro sport attraverso il telefonino, ammesso che non lo rubino sotto anestesia. Consigliamo a Bianchi, no Petrucci è troppo impegnato, un viaggio nel cuore della Liga ACB. Tapas per tutti.