Trieste o Roma?

18 Ottobre 2021 di Stefano Olivari

La polizia ha lasciato fare a qualche fascista a Roma ed ha invece caricato gli operai per nulla mal disposti, almeno fino a queste righe che stiamo scrivendo, di Trieste: tutta l’ipocrita follia dell’operazione Green Pass e la stranissima, anzi no, partita giocata dalla Lamorgese in due situazioni evidenti in due ‘piazze’ diverse, perché in ogni città la protesta ha avuto sue peculiarità e sue reazioni da parte delle forze dell’ordine. Con il regista peraltro sempre uguale, a meno che i prefetti siano passati sotto il controllo dei sindaci.

A Bologna molta sinistra-sinistra, con le belle parole di Capitani sulla Segre ed eccellente non risposta della senatrice, a Milano quel che rimane degli anarchici, con arruolamenti anche dalla provincia, eccetera. E pazienza se per il giornalista collettivo la piazza nel 2021 è sempre di destra, del genere trumpiano terrapiattista, tranne quando manifesta in chiave conservatrice come è accaduto per la CGIL.

Ma dicevamo della protesta di Trieste, che al di là del Covid ci sembra una vera protesta di classe. Classe operaia, va da sé, quindi incomprensibile a chi può stare a casa giorni, mesi, anni senza subire danni e soprattutto senza danni per la società, magari anche cantando Bella Ciao dal balcone. Che bello lo smart working mentre cuciniamo il risotto al topinambur.

Protesta incomprensibile anche alla CGIL, che insieme a CISL e UIL ha ieri chiuso gli anni Settanta con queste incredibili parole: “Le legittime manifestazioni di dissenso devono essere garantite, ma non possono impedire a un porto e ad una città di continuare a generare reddito e prospettive per il futuro. Non si esasperi questa situazione perché, nel rispetto di tutte le idee, chiediamo che la maggioranza non sia ostaggio di una minoranza“. Negli anni Settanta sarebbe stato un discorso ardito anche per un presidente di Confindustria.

Tutta questa premessa per arrivare il primo dei ‘Di qua o di là’ di oggi (il secondo sarà esplosivo), sintetizzabile in una domanda: Trieste o Roma? Noi pro Vax e pro Green Pass, per mille motivi (prima evitate di lasciare i vostri dati a Zuckerberg o a qualche cinese e poi parliamo di privacy, prima di criticare i vaccini andate a vivere in un paese senza sanità pubblica) siamo soltanto contro le proteste violente o siamo contro chiunque metta in discussione l’idea prevalente? In altre parole, il nostro liberalismo alle vongole significa accettare soltanto un dissenso non troppo lontano da ciò che pensiamo?

 

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