Attualità

Trans o Islam

Stefano Olivari 07/02/2025

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Karla Sofia Gascón ha tutto per far stizzire destra e sinistra, con i loro riflessi pavloviani, quindi merita grande attenzione. I lettori di Indiscreto sanno di cosa stiamo parlando: l’attrice spagnola trans, interprete di una narcotrafficante a sua volta trans in Emilia Perez, dopo essere stata linciata dalle ‘destre’ (cit. Bersani) in quanto emblema della deriva woke di Hollywood, adesso è entrata nel mirino della sinistra per alcuni suoi vecchi tweet contro l’Islam e contro George Floyd. Il cortocircuito è stato poi amplificato dal fatto che Emilia Perez sia in corsa per gli Oscar in più categorie e che sia stato prodotto da Netflix, piattaforma che sbandiera il politicamente corretto anche se poi i grandi numeri li fa con prodotti basati su sesso straight fra bianchi. Basta guardare le classifiche che la stessa Netflix propone, e del resto il successo delle schifezze turche che manda in onda la Mediaset attuale dice più di mille analisi.

Veniamo rapidamente al punto: la gente normale, il ceto medio non riflessivo di cui ci vantiamo di fare parte, ha più paura dei trans o dell’Islam? Allargandoci un po’, è più interessata agli eventuali danni portati dalle teorie gender o da quelli dell’immigrazione da certi paesi? Parliamo di vita reale, non di VIP, perché nessuno si sente minacciato da un’attrice spagnola o dall’Aga Khan, da Caitlyn Jenner o da Jabbar. Un discorso ideologico ma anche elettorale, la cui trasversalità sfugge al giornalista collettivo ma non alla mitologica gente. Come al solito Trump ha intercettato lo spirito del tempo, firmando un ordine esecutivo che vieta ai trans di partecipare alle competizioni sportive femminili: un provvedimento che dovrebbe essere appalaudito da tutte le donne che amano lo sport, ed infatti molte lo stanno facendo anche se silenziosamente. Parentesi: Imane Khelif, la donna che tanti esaltavano la scorsa estate, è stata appena cacciata dai Mondiali per il livello troppo alto di testosterone.

Ma torniamo a noi piccolo borghesi formati culturalmente nella periferia Ovest, felici che nell’amata via Novara (dove i trans non sono un’eccezione, soprattutto verso Figino) sia stato aperto un bowling, per dire come al solito come la pensiamo prima del sondaggio. Dei trans, come ha detto Milei, non importa letteralmente a nessuno a meno che non ci sia una qualche forma di imposizione: certo è un tema da adulti, con discussioni ed eventuali operazioni che dovrebbero riguardare soltanto maggiorenni. Più pesante la questione Islam, che non è religiosa (per questo l’Islam è detestato più dai laici che dai veri credenti in altre religioni) ma politica: le nostre città si stanno riempiendo di migliaia, presto milioni di persone, a prescindere dal passaporto, di cultura (non diremmo di fede, visti i comportamenti) musulmana convinte che la causa dei loro problemi siamo noi, in senso lato l’Occidente, e i nostri valori a dirla bene liberali ma nella sostanza menefreghisti. Buttarla sulla delinquenza o sul terrorismo fa togliere lo sguardo dal vero problema: perché nessuno ha, in generale, paura di cinesi, ecuadoregni o congolesi? Di sicuro fra qualche anno trans e Islam non potranno convivere nello stesso paese e non sarà colpa del maschio bianco occidentale, intorpidito davanti a Sky.

stefano@indiscreto.net

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