Totti accompagnato alla porta, il primo colpo di Monchi

5 Maggio 2017 di Indiscreto

Ci voleva la personalità di Monchi, ma soprattutto il fatto di essere vergine rispetto all’ambiente romanista, per accompagnare Francesco Totti alla porta. Con bellissime parole e anche l’anticipazione di un futuro dirigenziale relativamente concreto (i sei anni previsti dal contratto non sarebbero insomma soltanto da invitato ai Roma club), ma sempre di di una comunicazione della società si tratta. E il fatto che questo scenario fosse stato ‘previsto’ dall’accordo dell’anno scorso non cambia la sensazione di dispiacere diffusa, non solo in Totti ma dentro tutti noi che con il suo ritiro diventiamo automaticamente più vecchi. Cinque anni fa per il trentottenne Del Piero si era esposto addirittura Agnelli, ma è chiaro che nel calcio del futuro questo problema si porrà sempre meno: non solo non esisteranno più le bandiere come Totti, ma nemmeno si permetterà più che esistano. Per qualsiasi club, a maggior ragione per quelli con una netta divisione fra proprietà e management, il calciatore-simbolo diventa inevitabilmente un sopportato speciale.

Certo è che Totti avrebbe gradito dare lui l’annuncio, quindi sul suo futuro non si può escludere niente se non che come calciatore la sua storia finisce con questo campionato. Va detto che fra i grandi del calcio italiano arrivare alla sua età (40 anni e 8 mesi) sul campo è stato raro ma non rarissimo. Considerando soltanto quelli che hanno più di 30 presenze in Nazionale (siamo sorpassati, continuiamo a considerare le presenze in azzurro un indicatore di grandezza), sono rimasti in campo fino a 40 anni e oltre Maldini, Zoff, Del Piero, Costacurta, Materazzi, Pagliuca, Vierchowod, Albertosi e Piola, più ovviamente Totti (e di sicuro Buffon, dal 2018). E ci sono andati poco lontani, questione di mesi, Zenga, Pippo Inzaghi, Causio, Zola, Di Natale… Come si nota, di questi soltanto Piola ha giocato prima della guerra: segno che il logorante calcio moderno alla fine è meno logorante di quello antico, non fosse altro che per i progressi della medicina sportiva. Ma a volte un fisico che ti dice ‘basta’ può essere utile.

Bisogna poi sempre ricordare che stiamo parlando di un campione, ma del passato. Non può essere solo per la malcelata invidia di Spalletti che in questo campionato Totti ha giocato 323 minuti, meno di 4 partite intere. E 600mila euro netti all’anno, per anni, per fare lo stagista, sono una discreta buonuscita per un giocatore che nella Roma ha guadagnato esattamente quanto avrebbe guadagnato in altri club, che oltretutto lo avrebbero tenuto per meno anni. Insomma, il primo colpo di Monchi è quello di avere fatto chiarezza anche per il bene del prossimo allenatore.

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