Tokyo 2020, sognando Jacobs

31 Luglio 2021 di Stefano Olivari

Daisy Osakue è sfortunata: il suo bel record italiano nel disco, eguagliando quello della Maffeis vecchio di 25 anni, è arrivato nel grande giorno di Marcell Jacobs, con un 9″94 che ritocca di un centesimo il primato di Savona e sulla carta lo rende adesso il quinto per tempo 2021 fra i semifinalisti di Tokyo nei 100. 9″94 magari non colpisce i giovani, per lo meno quei pochi che seguono l’atletica, ma noi siamo cresciuti con il record mondiale di 9″95 di Jim Hines. Il doveroso asterisco riguarda la soletta di carbonio e soprattutto le sue dimensioni, i cui vantaggi sono difficili da quantificare e che in ogni caso tutte le aziende forniscono ai loro atleti di punta (quindi anche Jacobs). Ancora in vita nella gara delle gare c’è Filippo Tortu, che ha corso in 10″10 viaggiando al limite: sulla carta per lui la finale è impossibile, ma tensione e sorteggi a volte rimescolano le carte, visto che al Mondiale di Doha fu finalista correndo in 10″11.

Gli studiosi malati della sezione ‘Schedule’ del sito dei Giochi sapranno già che le semifinali, nell’ormai purtroppo abituale format a tre (sarà più inclusivo metterne 24 invece di 16?) saranno domani alle 12.15 ora italiana, in contemporanea con la finale dell’alto di Tamberi. Alle 14.50 la finale, convinti di trovarci Jacobs (nella sua semi, alle 12.31, passare nei primi due sarà durissima, visto che ci sono anche Baker e Simbine) e dando almeno uno 0,1% di stima a Tortu, anche se nella sua semifinale (la seconda, alle 12.23) ha sette avversari con uno stagionale più veloce del suo. Da settembre speriamo passi armi e bagagli ai 200: non che siano in assoluto più facili, ma sono più adatti alla sua struttura ed hanno meno concorrenza, anche se molti schemi stanno saltando (cosa dire dei quattrocentisti che passano ai cento, tipo Kerley?).

Titoliamo su Jacobs perché siamo provinciali, ma la gara da sballo è stata la finale 100 femminili con la prevista tripletta giamaicana e il meno previsto 10″61 di Elaine Thompson: meglio di lei soltanto la Florence Griffith 1988, che molti asteriscano mentre noi asterischeremmo anche certi culturisti e culturiste di oggi. Con qualche eccezione in più rispetto agli anni scorsi, visibile a occhio nudo. Emozioni anche dalla Svizzera, seconda potenza dello sprint mondiale femminile con la Del Ponte e la Kambundji, e dalla Polonia con il trionfo in una staffetta mista che avrà un grande futuro.

Lo spirito di Belgrado anche contro la Nigeria tirando peggio degli avversari, giocando di fatto senza il proprio teorico, teoricissimo, migliore e trovando un super Melli: l’Italia della pallacanestro sta facendo venire travasi di bile al suo presidente, Borlotti-Petrucci, e agli inspiegabili cultori di Ettore Messina (del resto ce ne sono anche di Pianigiani, qui siamo al confine del terrapiattismo) ma sta anche entusiasmando. Sulla carta la favola dovrebbe finire nei quarti, in pratica aspettiamo il sorteggio perché di ingiocabili vediamo Stati Uniti centrati (e anche con la Repubblica Ceca massacro dilagando nel finale), la Francia trascinata dal venezianismo di Fournier e la Spagna dei grandissimi vecchi. Se entro martedì troviamo Gallinari nelle pieghe della partita (del resto oggi sono stati fondamentali i pochi minuti di Ricci e Vitali), senza toccare l’equilibrio del quintetto che non lo prevede, possiamo sperare.

Jahlil Okafor la Nigeria l’ha vista soltanto in cartolina, ma nei suoi soli 20 minuti, cavalcato dai suoi, ci ha travolto con un clinic di movimenti da centro classico, con quel talento che da 6 anni nella NBA si vede a sprazzi. Buon per noi che Mike Brown abbia dovuto usare il bilancino, suicidandosi anche se chi legge solo il boxscore senza guardare le partite poi ci dirà che hanno tirato da tre con il 40%.

Jessica Fox e la sua canoa riparata con un preservativo devono averla inventata i corsivisti italiani.

Nemmeno i bronzi per Novak Djokovic, che ha perso quello in singolare contro Carreno Busta, mostrando un nervosismo comprensibile: questo era l’ultimo suo treno per l’oro olimpico. Forse era anche infortunato, speriamo abbia detto la verità alla Stojanovic visto che per la finale per il bronzo del doppio misto nemmeno è sceso in campo.

Medaglie italiane di oggi: argento di Mauro Nespoli (Aeronautica) nel tiro con l’arco, bronzi di Simona Quadarella (Aniene) negli 800 stile libero, Nino Pizzolato (Fiamme Oro) nel sollevamento pesi, categoria 81 kg e Irma Testa (Fiamme Oro) nella boxe, categoria 57kg.

Share this article
TAGS