Tokyo 2020, il trenino di Malagò

8 Agosto 2021 di Stefano Olivari

Le Olimpiadi più strane di sempre sono finite e il loro ultimo giorno, in un clima di smobilitazione che ci ricorda sempre la chiusura degli ombrelloni in Sapore di Mare, è stato segnato dalla maratona a dir poco dominata da Eliud Kipchoge, che ha fatto selezione con gradualità e poi al trentesimo chilometro ha salutato tutti per andare a vincere il suo secondo oro consecutivo ai Giochi: come lui soltanto Bikila 1960-1964 e Cierpinski 1976-1980. Sempre impressionante la sua corsa muscolare, quasi da pista e comunque in parte contro i dogmi della maratona, il tempo (2h08″38″) per lui modesto è stato figlio del caldo e dell’umidità.

Un uomo abituato al successo, Kipchoge, come Karch Kiraly che ha guidato le pallavoliste degli Stati Uniti all’oro olimpico il suo quarto dopo i due da giocatore da palestra (quelli epici del 1984 e 1988, nella nazionale di Doug Beal) e quello nel beach del 1996: da divanati speravamo di vedere con il Brasile una finale epica, ma non c’è stata davvero discussione. Da ricordare che meno di una settimana fa gli stessi Stati Uniti avevano battuto le influencer azzurre soltanto al quinto set. Questo lo diciamo per mettere in prospettiva il presunto fallimento delle squadre azzurre. Già esserci, alle Olimpiadi, è difficilissimo.

Per l’Italia è stato un trionfo? Ha vinto la medaglia più importante delle Olimpiadi, quella dei 100 metri, quindi è chiaro che siamo tutti condizionati da questo e dal fatto che 5 ori, sui 10 totali, siano arrivati inaspettatamente dalla regina degli sport. Malagò dunque ha ragione nel fare il trenino a Casa Italia, senza i 5 Stelle adesso magari starebbe aspettando Roma 2024 ed erigendo un monumento a sé stesso. Però si stanno tirando fuori statistiche slegate dai contesti storici, dicendo dopo il bronzo nella ginnastica ritmica che 40 medaglie (10-10-20) sono più delle 36 di Los Angeles 1932 e Roma 1960. Peccato che nel ’32 gli eventi che distribuivano medaglie fossero 116, nel ’60 152 e adesso 339. In pratica 0,31 medaglie per evento a Los Angeles, 0,23 a Roma e 0,11 a Tokyo.

Anche questo è ovviamente un discorso grezzo, perché le nazioni partecipanti nel corso del tempo sono aumentate, e tutto secondo noi scompare di fronte al peso delle medaglie. Tre delle cinque dell’atletica sono pesantissime ed anche nel nuoto l’Italia è andata bene, con i pianeti allineati avrebbe preso anche qualche oro. Di Serie A consideriamo anche la vittoria nell’inseguimento a squadre e l’argento della Ferrari, mentre per le squadre possiamo parlare di occasioni perse, ma contro squadre più forti (abbiano appena visto la finale di pallanuoto Serbia-Grecia) fatta eccezione per il volley maschile. Chiaramente negli sport di squadra la vittoria o comunque il raggiungimento dell’eccellenza non si può programmare né tantomeno comprare, come avviene per gli sport individuali. Detto questo, a noi atletica e nuoto sono sufficienti per dire che per l’Italia è stata una grande Olimpiade, senza giocare con i numeri. Ci uniamo al trenino di Malagò.

Medaglie italiane di oggi. Bronzo nella ginnastica ritmica: Alessia Maurelli, Agnese Duranti, Daniela Mogurean, Martina Centofanti e Martina Santandrea (tutte Aeronautica). Quello militare non è l’unico modello possibile, fra l’altro nei paesi civili siamo gli unici ad adottarlo e nessuno sa spiegare perché la Gran Bretagna faccia molto meglio di noi, per non dire dell’Olanda e cercando di dimenticare il boom delle squadre francesi.

Il vincitore di Tokyo 2020? L’Olimpiade stessa. Portata avanti per motivi brutalmente finanziari, contro il volere della maggioranza dei giapponesi ed anche di chi pensa che non si debba fare mai niente.

La rubrica quotidiana dedicata ai Giochi finisce qui, ha avuto meno seguito di un qualsiasi post su Lukaku o Donnarumma scritto in due minuti ma assolutamente non ci lamentiamo, lo sapevamo in anticipo ma l’abbiamo proposta per il nostro piacere e per quello degli appassionati (anche) di sport diversi dal calcio. Siamo quindi felicissimi e carichi. Il tempo per mettere notizie di due righe in modo da essere trovati dai motori di ricerca non mancherà, fino a Parigi 2024.

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