Tokyo 2020, fra Jacobs e Ben Johnson

2 Agosto 2021 di Stefano Olivari

Marcell Jacobs come Ben Johnson? Fra le righe, ma nemmeno tanto, lo stanno scrivendo diversi giornalisti inglesi (Times) e americani (Washington Post) osservando l’unico dato oggettivo a disposizione, cioè il tempo: e Jacobs, a 27 anni, in pochi mesi è passato da un personale di 10″03 ad uno di 9″80. 23 centesimi che sono la differenza fra una semifinale, con poche speranze di passare il turno (l’ottavo qualificato di Tokyo è passato con 10″00), ed un oro olimpico, senza dimenticare che il minimo per la partecipazione di diritto era fissato a 10″05. Di più: delle prime 50 prestazioni mondiali di tutti tempi 36 sono quelle non di Bolt. Ecco, di queste 36 sono 32 quelle di atleti risultati positivi a test antidoping, molto prima o molto dopo quei risultati (che altrimenti non sarebbero stati omologati). Cosa scriveremmo noi a passaporti invertiti sull’americano o sull’inglese Jacobs? Le stesse cose.

Poi la pensiamo come al solito. Se chi vince senza essere dopato, almeno fino a prova contraria, deve essere asteriscato allora va asteriscata tutta la storia dello sport, per non parlare del presente. Da Djokovic ‘mai sudato’ a Pogacar ‘che pedala facile’, passando per LeBron James ‘che cura il suo corpo in maniera maniacale’, buttare lì un sospetto sugli altri è facilissimo. Poi l’atletica della Gran Bretagna, e ancora di più quella degli Stati Uniti, pullula di personaggi luridi e coperti mediaticamente, per non parlare delle quasi intoccabili Africa e Cina. Come cattivi possibili, un po’ come accade nei film, rimangono solo i russi. E magari anche qualche italiano che irrompe nell’orticello.

Detto questo, ci infastidisce quel sottogenere del giornalismo italiano esploso dopo Euro 2020 e sintetizzabile in ‘inglesi rosiconi’. Con questo metro un evento sportivo dovrebbe essere commentato soltanto da chi vince… È come se i cross di Spinazzola e le parate di Donnarumma avessero lavato tutti i nostri peccati, tipo Maradona che rappresentava una nuova Napoli, moderna e vincente. Una spazzatura retorica portata avanti anche da persone intelligenti, che sta sfiorando addirittura Draghi.

Buona Italia dell’atletica anche oggi, ricordando che l’oro nei 100 metri viene vinto, quando va bene, una volta ogni 125 anni. Ci è piaciuta la Sabbatini che ha conquistato la semifinale nei 1500 (per noi la gara di assoluto culto), con segnali di vita anche dalla Del Buono. Hanno fatto il loro Hooper e Kaddari nei 200 (Elaine Thompson ha in canna un record mondiale che ha 33 anni…) e tutto sommato anche Randazzo nel lungo, dire ‘Ottavo alle Olimpiadi’ fa più impressione del suo 7,99. Peccato per Re, di poco fuori dalla finale dei 400 (Kirani James e Zambrano sotto i 44″…), onorevoli Ala Zoghlami e Abdelwahed nella finale dei 3000 siepi che ha visto la debacle del Kenya, meravigliosa Nadia Battocletti settima nei 5000 con il suo personale (14’46″29) e la sensazione-speranza che in futuro darà fastidio alle africane più forti.

Giocato per la straordinaria Vanessa Ferrari e per il suo argento nel corpo libero il nostro jolly quadriennale per sport che non seguiamo e di cui non capiamo assolutamente niente, soprattutto non capiamo come si faccia a sacrificarsi in maniera disumana per anni per poi avere un risultato decretato da una giuria magari disattenta o corrotta. A volte però i buoni vincono, o per lo meno prendono una medaglia.

L’angolo delle facezie, il vero senso della vita. Quante battute tipo ‘Perché non fai il portiere?’ avranno fatto a scuola a Francesca Genzo, semifinalista nella canoa sprint K1 200 metri?

Facezia bis, che ci è venuta in mente seguendo il primo set di Brasile-Kenya di pallavolo femminile. Come è possibile non pensare a Manumba? Solo per solutori abili.

Il giorno più bello è domani. Otto ore della nostra vita saranno prese dai quarti del torneo di pallacanestro maschile (due volte sul posto e le altre in streaming riusciamo a farci questo regalo dal 2004), tre dall’atletica, un’altra da varie ed eventuali.

Medaglie italiane di oggi. Argento nella ginnastica per Vanessa Ferrari (Esercito), al corpo libero.

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